
Avrebbe dovuto incassare una valanga di preferenze, svettare nel centrosinistra e rientrare senza alcun problema nel Consiglio regionale della Calabria. E invece la candidatura della filosofa Donatella Di Cesare si è rivelata un flop. I pochi voti racimolati l'hanno condannata a restare fuori dall'Aula. Non sono dunque bastate le sue intemerate nei salotti televisivi di La7, da cui sentenziava contro il centrodestra e pretendeva di impartire lezioni a Giorgia Meloni. Era diventata l'idolo dei pro-Pal, ma la feroce retorica anti-Israele (come ha dimostrato il voto nelle Marche e in Calabria) ha stancato gli elettori.
E pensare che la professoressa ordinaria di Filosofia teoretica all'Università La Sapienza di Roma, oltre al prezioso spazio mediatico di cui godeva, aveva potuto contare su un ruolo di primo piano: a inizio settembre aveva annunciato di aver accolto l'invito di Alleanza Verdi-Sinistra italiana e di correre alle regionali in Calabria in qualità di capolista nella circoscrizione Sud (provincia di Reggio Calabria) e nella circoscrizione Nord (provincia di Cosenza) a sostegno di Pasquale Tridico. Insomma, ottenere più visibilità di così era impossibile. Eppure è riuscita nell'impresa di restare fuori dal Consiglio regionale.
A certificare la disfatta sono i numeri che emergono dal sito Eligendo, il portale delle elezioni del Ministero dell'Interno. Basta spulciare un paio di dati, pochi ma essenziali, che non lasciano spazio a libere interpretazioni. Nella circoscrizione Nord prende 499 voti (superata nella sua lista da Maria Pia Funaro, Francesco Giacomo Pignataro, Walter Nocito, Giuseppe Campana, Michele Cosentino e Annunziata Turano); nella circoscrizione Sud incassa 1.115 preferenze (facendosi sempre sorpassare dai compagni Michele Tripodi, Salvatore Fuda e Demetrio Delfino).
Il risultato? Alle elezioni Avs si ferma al 3,85% e non elegge alcun candidato al Consiglio regionale della Calabria. È l'unico partito del centrosinistra a non essere riuscito a portare in Aula un suo rappresentante. Evidentemente gli elettori non hanno dimenticato l'uscita choc dell'anno scorso, quando aveva fatto un post dopo la scomparsa dell'ex brigatista rossa Barbara Balzerani: "La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla compagna Luna".
Certo, Di Cesare non nasconde delusione e amarezza per il risultato.
Ma su Facebook si concede la vittoria della consolazione: "Ci sentiamo soddisfatti del cammino che abbiamo percorso insieme, dell’impegno che ci abbiamo messo, della passione che ci ha animato". E tranquilli, oggi esce il suo nuovo libro: "Tecnofascismo". Giusto per cambiare registro.