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Guede sta per uscire. E per Meredith non c'è ancora giustizia

Amanda e Lele liberi e lui potrà godere di permessi. E presto sarà fuori grazie alla "buona condotta"

Guede sta per uscire. E per Meredith non c'è ancora giustizia

Eh sì: vaglielo a spiegare agli inglesi che per la giustizia italiana il tempo è relativo, che si allunga e si restringe. Che un processo che potrebbe durare un paio d'anni ne dura otto o dieci. E che una condanna a sedici anni di carcere può ridursi alla metà, basta comportarsi bene. Paradossi cui da queste parti siamo orma abituati. Ma tutto quello che succede intorno al delitto di Perugia costringe a occuparsi della giustizia italiana anche i giornali inglesi e americani, schierati su fronti opposti sulla tragedia della povera Meredith Kercher, ma concordi nel mostrarsi esterrefatti di fronte a quanto accade nei tribunali del Belpaese, alle sentenze che si smentiscono, si accavallano, si applicano a metà.

Stavolta a scandalizzare il Daily Mirror - quindi stampa popolare inglese, quindi connazionale della vittima, quindi ferocemente colpevolista verso la yankee Amanda Knox e il suo bell'italiano Raffaele Sollecito - è una notizia che viene dal carcere di Viterbo dove sta rinchiuso l'unico condannato definitivo della vicenda, l'ivoriano Rudy Guede, che sta scontando una pena di sedici anni per omicidio volontario. «Ha ottenuto un permesso in segreto per lasciare la sua cella così da poter proseguire gli studi in storia» tuona il Mirror, aggiungendo che per gli amici di Meredith questa notizia suona come un «sick joke», un brutto scherzo: «Potrà andare a studiare nella stessa università di Meredith».

In realtà Guede non è mai uscito di cella, né in segreto né ufficialmente. Ma la notizia del Mirror non è falsa, è solo un po' prematura. Guede tra poco uscirà, perché questo gli consente la legge italiana. Comincerà con qualche permesso premio, e un po' alla volta potrà chiedere la semilibertà. É già arrivato a metà della pena: è vero che la metà di sedici fa otto, ma (e anche questo non sarà facile spiegarlo agli inglesi) c'è da tenere conto della liberazione anticipata, 45 giorni ogni sei mesi.
Già così, non c'è da stupirsi se i giornalisti forestieri non si raccapezzano granché. Ma a rendere ancora più imperscrutabile Oltremanica quanto accade quaggiù c'è l'altalena dei processi paralleli, quelli ai presunti complici di Guede, ovvero Amanda e Raffaele, condannati, poi assolti, poi di nuovo condannati. E così il bilancio a tutt'oggi è che per l'uccisione di Meredith ci sono tre colpevoli, ma due di questi possono ancora sperare di essere assolti e comunque se ne stanno a piede libero a casa loro, mentre l'unico che è in galera (e che vive, va detto, questa esperienza con dignità) tornerà a vedere il sole senza scacchi tra poche settimane, e in ogni caso ben prima che sia concluso il processo ai suoi presunti complici.

Anzi. I conti con la giustizia per Guede potrebbero chiudersi del tutto anche prima del previsto, perché qualche giorno fa il Parlamento ha convertito in legge il famoso decreto svuotacarceri, quello che alza la liberazione anticipata a 75 giorni ogni sei mesi, in pratica uno sconto di 150 all'anno, e quindi di fatto dimezza le pene.

In un sussulto di rigore, la Camera ha escluso i colpevoli di omicidio dal beneficio, ma intanto il decreto per un po' è rimasto in vigore anche per gli assassini, e quindi Guede potrebbe comunque chiederne i benefici. Ma questo forse è difficile da spiegarlo non solo agli inglesi.

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