"Ho avuto un'ischemia". Delmastro e le ripercussioni del caso Cospito

Il sottosegretario alla Giustizia rivela le conseguenze della vicenda sulla propria salute. Ma non indietreggia né si scusa col Pd: "Cospito un criminale, deve rimanere al 41-bis"

"Ho avuto un'ischemia". Delmastro e le ripercussioni del caso Cospito
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"Ribadisco che è un criminale. Deve rimanere al carcere duro". Su Alfredo Cospito, l'anarchico condannato per la gambizzazione di un uomo e detenuto al 41-bis, Andrea Delmastro non ha cambiato idea. In un dibattito pubblico organizzato al Salone del Libro di Torino, il sottosegretario alla Giustizia è tornato a parlare del caso dell'insurrezionalista pescarese in sciopero della fame, rimarcando la propria linea di instransigenza rispetto alle richieste di attenuazione del suo regime carcerario. Nell'occasione, l'esponente di governo ha fatto riferimento anche alle polemiche che lo avevano travolto in Parlamento e a seguito delle quali si era ritrovato indagato per violazione di segreto d'ufficio proprio sulla vicenda dell'anarchico.

"Nel merito non mi pento di nulla, nel metodo non credo di svelare un altro segreto d'ufficio nel dirvi che sono sotto procedimento penale. Rispettando tutto ciò che ne consegue, non intendo aprire bocca sul resto", ha argomentato Delmastro, sottoposto ora agli accertamenti della giustizia e ai puerili ostruzionismi della sinistra (se c'è lui in Aula, dalle opposizioni c'è chi si rifiuta di presenziare). "Questa vicenda ha avuto pure ripercussioni sulla mia salute, dato che sono stato colpito un mese fa da un'ischemia", ha rivelato il sottosegretario di Fratelli d'Italia, ripetendo al contempo l'irremovibilità dalle proprie posizioni.

"Su Cospito non chiedo scusa al Pd", ha ribadito il parlamentare, che assieme al deputato Fdi Giovanni Donzelli aveva rimproverato ai dem di essere andati a far visita all'anarchico al 41-bis. "Io voglio sapere se la sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi", aveva tuonato Donzelli in un intervento di fuoco pronunciato lo scorso 31 gennaio. E subito, contro quest'ultimo e contro il sottosegretario Delmastro, si era scatenata la bagarre. Così, anche le successive polemiche e le richieste di chiarimenti delle opposizioni avevano assunto un carattere politico.

Intervistato a Torino, Delmastro ha affrontato anche il tema del sovraffollamento delle carceri, ammonendo che "non può essere un alibi per la depenalizzazione". Altra stoccata alla sinistra.

A proposito dei detenuti tossicodipendenti, il sottosegretario alla Giustizia ha infine auspicato un "trattamento ad alta intensità sanitaria di disintossicazione". "Io sono dipinto come l'anima nera del trattamento in Italia. La pena deve avere una funzione social-punitiva e preventiva", ha concluso.

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