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I complici del delirio brigatista di Beppe Grillo

Conte e Travaglio coprono Grillo urlando al complotto dei "media mainstream". La Schlein muta fa sbroccare i dem. Ecco chi sono i complici del comico che sui social rincara la dose

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Manco fosse uno spettacolo dei suoi, a teatro. Anche in quel caso, a ben vedere, sarebbe stato grave. Ma gridato in piazza lo sproloquio di Beppe Grillo assume tutt'altro peso. È ancor più pericoloso. Perché alla manifestazione di ieri il Movimento 5 Stelle, il suo partito, ha chiamato a raccolta tutti gli incazzati col governo Meloni, quelli della lotta al precariato con l'assegno da poltronisti, quelli che per anni hanno campato grazie al reddito di cittadinanza, quelli che Giuseppe Conte continua a blandire soffiando sul fuoco e paventando rivolte sociali. Si rivolge a loro, alla base, a quelli che si sono rivoltati contro il capo quando ha dimostrato "sincero e rispettoso cordoglio" davanti alla morte di Silvio Berlusconi e lo hanno obbligato a disertare i funerali in Duomo. Una base "dormiente", pronta a incendiarsi da un momento all'altro. Basta che qualcuno accenda la miccia.

Ed ecco Grillo, comico alla Joker e da sempre teorico del caos. "Vi ho presi piccolini - ha scandito dal palco - e ora siete ammucchiati a guardare il leader. Volete il leader! Siate leader di voi stessi". E poi l'incitamento a indossare il passamontagna e a formare le "brigate di cittadinanza". Un incitamento che volutamente mischiava ironia e farsa ("Di nascosto andate a fare i lavoretti") ma che altrettanto volutamente puntava a instillare l'idea di ribellione. Viene da chiedersi come non ne abbiano avvertito il rischio i suoi avvocati difensori. Quelli che da ieri sera non stanno facendo altro che minimizzare, giustificare e assecondare. Conte in primis che subito ha ribaltato la frittata accusando i "media mainstream" di "ignorare la piazza di Roma strumentalizzando una frase" del fondatore. Il tentativo di rileggere ("Una frase estrapolata dal suo contesto") se non addirittura lodare ("Un omaggio al lavoro socialmente utile") è maldestro è fuori luogo, ma trova terreno comune. Dal vicepresidente dei 5 Stelle Michele Gubitosa e al Fatto Quotidiano di Marco Travaglio, vero house organ del movimento. Tutti in campo con l'elmetto. Per il primo è in corso una manovra per silenziare le "preoccupazioni" della gente, per l'altro è un "riflesso pavloviano per farla pagare alla segretaria in piazza col 'cattivo'".

E veniamo appunto al problema più grande. Il supporter silenzioso: la segretaria Elly Schlein. Solito copione: muta come un pesce, anzi come una sardina. Eppure ieri pomeriggio era lì, in piazza della Repubblica a Roma, ad abbracciare calorosamente l'avvocato del popolo, a fare progetti per il futuro, a pensare un nuovo campo largo. E quando la polemica è esplosa non ha sentito l'esigenza, ma nemmeno il dovere, di prendere le distanze da Grillo. Non una parola nemmeno quando questa mattina il comico ha rincarato la dose con un post su Instagram in cui, passamontagna calato sul volto e t-shirt del Movimento addosso, mostra il cartello con la scritta "Brigata di cittadinanza - reparto d'assalto". Un silenzio che nemmeno in casa dem riescono a digerire. Alessio D'Amato si è dimesso sbattendo la porta: considerava la partecipazione alla manifestazione un "errore politico" anche prima del delirio di Grillo, figurarsi dopo. Dalla sua leader si sarebbe aspettato "dissenso immediato". Ma non c'è stato. E questo la rende, al pari di Conte e Travaglio, complice del delirio di Grillo. Che sembra voler trasformare il partito a cinque stelle in un partito con una sola stella a cinque punte.

E quegli altri a guardare (bonariamente) come, negli anni Settanta, con i "compagni che sbagliano".

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