L'autogol di Schlein: insegue Conte sul caso Santanchè ma mette in imbarazzo il Pd

Pasticcio del Partito democratico. Il capogruppo Boccia prima avverte: "Mozione di sfiducia? Se serve solo sui giornali non è una grande strategia". Ma poco dopo Schlein piega la testa ai 5 Stelle e annuncia l'ok

L'autogol di Schlein: insegue Conte sul caso Santanchè ma mette in imbarazzo il Pd
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Le difficoltà riscontrate dalle opposizioni nella smania di cercare una qualsiasi unità (che puntualmente fallisce) trovano radici in una serie di fattori che non riescono a compattare le forze politiche al di fuori della maggioranza. Tra le varie motivazioni rientrano anche le spaccature interne, come testimoniato dal momento travagliato che sta attraversando il Partito democratico. L'ultimo segnale di grande confusione è stato registrato ieri: i dem, nel tentativo di rafforzare i ponti con i grillini sul caso Daniela Santanchè, hanno finito per segnarsi un autogol.

L'imbarazzo nel Pd sul caso Santanchè

Ieri il ministro del Turismo si è difeso al Senato dalle recenti polemiche in relazione alla gestione di Visibilia e Ki Group, denunciando di essere vittima di una "campagna di vero e proprio odio" nei suoi confronti. Le sue precisazioni non hanno convinto il Movimento 5 Stelle, che si è affrettato a presentare una mozione di sfiducia all'indirizzo di Santanchè. Il gruppo del M5S voleva mettere all'angolo l'esponente del governo di centrodestra ma come unico risultato ha ottenuto la formazione dell'ennesima crepa nell'opposizione.

Inizialmente dal Pd si era ravvisata grande freddezza. E ciò non derivava da dichiarazioni pronunciate da un dem di secondo piano ma da Francesco Boccia in persona che, interpellato in Transatlantico dopo l'informativa del ministro, aveva frenato sulla mozione depositata dai grillini. "Se si fa la mozione la si fa per avere ragione, non per farsela bocciare. Vorremmo che le cose teorizzate diventino patrimonio collettivo in Aula, ma se invece si fanno per guadagnare una pagina politica sui giornali non è una grande strategia", sono le parole attribuite dall'Ansa al capogruppo del Partito democratico a Palazzo Madama.

Un'uscita per certi versi inaspettata. Ma ecco che in serata è arrivata la presa di posizione ufficiale di Elly Schlein: il Pd voterà a favore della mozione di sfiducia a Santanchè targata M5S. Smentendo di fatto le perplessità esplicitate da Boccia nel corso del pomeriggio. Sul tabellino appare scolpita l'autorete del segretario: nell'affanno di inseguire i 5 Stelle (a cui ha piegato la testa) ha messo in forte imbarazzo il suo Partito democratico, che in principio non sembrava convintissimo dall'efficacia della mossa del Movimento.

Quei dubbi di Conte sui dem

Dal suo canto Giuseppe Conte ha aperto le porte a tutti i partiti dell'opposizione, invitandoli a sposare la causa 5S per giungere al pugno duro contro il ministro. In occasione dei preventivi scambi di valutazioni i grillini avevano informato che si sarebbero riservati, all'esito dell'intervento del titolare del dicastero del Turismo, di valutare se presentare o meno la mozione di sfiducia. Eppure nei primi momenti non era passato inosservato un certo caos frenetico.

Non a caso il presidente del Movimento 5 Stelle era stato chiamato a rispondere a una domanda sui presunti nervosismi degli altri partiti di opposizione, in particolare del Pd, sulla scelta di ricorrere alla mozione di sfiducia verso Santanchè. "Mi sembrerebbe strano.

Il punto mi pare cristallino, è un principio di etica pubblica che spero nessuno voglia mettere in discussione. Quindi credo sia una cattiva percezione", aveva sostenuto. Alla fine il Partito democratico si è accodato ai 5S, uscendo però con un'immagine tutt'altro che integra e inscalfibile.

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