Lusi, Penati e i Fantastici 5 della sinistra

Se qualcuno pensa che i supereroi della sinistra siano quelli delle primarie vuol dire che si è perso in qualche universo parallelo. Bersani, Vendola, Renzi, Tabacci e Puppato sono solo degli avatar che viaggiano in superficie. La realtà (...)

(...) è più oscura. Ben altri personaggi sono in grado di sbizzarrirsi con superpoteri, come quello di allungare le mani in tutti gli angoli della sanità regionale o di far apparire e sparire milioni di euro, o di bruciare denaro in tutte le slot machine dell'universo. Eccoli allora gli originali, meravigliosi, sorprendenti Fantastici 5.
Mr Fantastic, meglio noto come l'uomo gomma, qui da noi parla pugliese, con un passato socialista nella corrente extraterrestre di Giuliano Amato, e un debole per appalti, forniture e nomine nella sanità. Il suo nome è Alberto Tedesco. Chi lo accusa dice che gli ospedali in Puglia erano tutti nelle sue mani. Mani grandi, lunghe, con le quali aiutava questo o quell'amico, compresi i parenti. Non si è mai capito bene che rapporti avesse con Nichi il narratore. Di certo c'è che si telefonavano. Poi forse non si capivano.
La Cosa vive in Brianza e si è costruito mattone su mattone nella Stalingrado d'Italia, quella Sesto San Giovanni che odora di fabbrica e Pci operaio. La Cosa è solida, potente, tutta d'un pezzo. Da giovane faceva il professore alle scuole medie, dove ora - dice - sogna di tornare. Lo accusano di aver creato il «sistema Sesto», con un giro d'affari e mazzette che viaggiava sulla Milano-Serravalle. Alle primarie voterà per Bersani, perché certe amicizie non si dimenticano. Il suo nome è Filippo Penati.
La Torcia è il re delle slot machine. Detto il bombardiere perché non la smetteva mai di bruciare soldi. Il carburante arrivava dalla Regione Lazio, potere che condivideva con Batman Fiorito. Nella sola Las Vegas Slot Room di via Flaminia Vecchia ha consumato di botto centomila euro. Era l'uomo di fiducia di Di Pietro a Roma e dintorni. Lo conoscete come Vincenzo Maruccio.
Silver Surfer non è proprio organico nella formazione base dei «fantastici». È l'uomo margherita, tesoriere di Rutelli e Tabacci, maestro nel prendere finanziamenti pubblici come rimborsi elettorali e farli viaggiare nel cosmo interplanetario, moltiplicando case e conti in banca. Non c'è bisogno di dire altro: Luigi Lusi.
Ne resta una, lei, la donna invisibile. E non può che essere Zoia Veronesi, la storica segretaria di Bersani. Quella che - sostengono i pm - lavorava per il capo ma pagata dai contribuenti emiliani. Dicono che in Regione appariva e scompariva. Di lei resta una frase celebre: «Sono una dipendente regionale con orario di lavoro di 36 ore. Nel tempo libero e nei weekend faccio quello che mi pare gratuitamente». Gulp.

segue a pagina 2

Bracalini a pagina 2

di Vittorio Macioce

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