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"Quando succederà...". La bordata di Renzi alla Schlein

Il leader di Italia Viva bacchetta il Pd: "Non è un governo fascista. Serve un'alternativa riformista, altro che insistere sul reddito di cittadinanza o con il martirio di Fabio Fazio"

"Quando succederà...". La bordata di Renzi alla Schlein

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"Macché Fazio, patrimoniale e M5S". Renzi boccia la linea Schlein

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Le ricette proposte dal Partito democratico non solo sono state prontamente bocciate dagli elettori, ma riescono a creare scompiglio anche tra le opposizioni che da ottobre non sono ancora riuscite a fare fronte comune. Di certo l'asse del nuovo Pd totalmente sbilanciato a sinistra non aiuta. Un netto "no" all'agenda sposata dalla galassia dem è arrivato da Matteo Renzi, che ha colto la palla al balzo per rimarcare le proprie distanze da una formazione politica sempre più simmetrica al Movimento 5 Stelle.

Renzi boccia le ricette del Pd

Da tempo il leader di Italia Viva ha invitato le opposizioni ad abbandonare un atteggiamento pregiudiziale, chiedendo invece di sposare un approccio pragmatico che nel merito valuterà ogni singolo provvedimento del governo guidato da Giorgia Meloni. Cosa ha risposto la sinistra? Evocando il pericolo del fascismo, lanciando l'allarme per una deriva autoritaria, facendo l'occhiolino alla patrimoniale e allungando la mano al M5S per fare da sponda al reddito di cittadinanza. In tutto ciò il riformismo in casa Pd è finito sotto al tappeto.

Ed è proprio su questo punto che Renzi, intervenuto in occasione dell'assemblea nazionale del partito a Napoli, ha pungolato Elly Schlein per la strategia fallimentare che evidentemente intende continuare a portare avanti: "La nostra tesi è che non si manderà a casa il governo Meloni evocando il dramma dei controlli della Corte dei Conti o il grande problema del martirio di Fabio Fazio. Non si manderà a casa Meloni, si stupiranno gli amici del nuovo Pd, chiedendo la patrimoniale o insistendo sul reddito di cittadinanza".

L'ex presidente del Consiglio ha in mente uno schema del tutto differente da quello del Partito democratico, impegnato nell'intestarsi battaglie di facciata che non hanno avuto riscontri positivi tra gli italiani. "Si manderà a casa questo governo costruendo un'alternativa riformista, senza aggredirli ma incalzandoli", ha aggiunto il senatore di Firenze.

Non è mancato un appello rivolto ai riformisti ancora all'interno del Pd: "Il nuovo Pd pretende, per potervi dare cittadinanza, l'abiura sulla stagione delle riforme e vi dicono che se volete restare in quella casa vi dovete rimangiare tutto. Chi oggi ha il coraggio dentro l'area riformista del Pd di sussurrare parole che suonino come una non presa di distanza viene immediatamente etichettato come il nemico".

La lezione a Schlein

Nei giorni scorsi ha fatto molto discutere la dura contestazione di alcuni attivisti contro Eugenia Roccella, il ministro per la Famiglia che al Salone del Libro è stato zittito e a cui è stato impedito di presentare il suo volume. A sinistra hanno confuso i concetti di dissenso e di censura. Da qui il monito di Renzi a chi ha rivendicato una presunta superiorità etica: "È stato il momento nel quale i presunti oppositori di Giorgia Meloni si sono rivelati per quello che sono: i migliori amici di Giorgia Meloni".

Da parte del leader di Italia Viva non sono tardate ad arrivare parole sferzanti all'indirizzo del governo di centrodestra, accusato di non avere le idee chiare e di essere "velleitario". Allo stesso tempo però ha voluto respingere la tesi secondo cui l'esecutivo guidato da Giorgia Meloni sarebbe autoritario e pericoloso per la democrazia del nostro Paese: "Siamo in presenza di un governo autoritario? Macché. Non è un governo fascista. Non va esposto alla polemica europea come un governo che ci porta alla deriva autoritaria".

Pure sul fronte della Rai la bordata al Pd è stata senza mezzi termini. Di fatto Renzi ha preso di mira la tesi secondo cui gli addii di Fabio Fazio e di Lucia Annunziata sarebbero una testimonianza dell'intenzione del governo di occupare la tv pubblica: "Non si può far pensare agli italiani che quello sia l'inizio di un percorso autoritario. Chi va via lo fa per il portafogli o per fare il capolista alle europee. Non è una scelta di cuore, è legata al portafoglio. La sinistra anziché incalzare sulla politica insiste sui santini, ma in Italia non c'è una piazza dei martiri".

"Cara Elly, quando tra un anno avrai preso il 41%, quando avrai preso 6mila comuni su 8mila, 17 Regioni su 20, quando avrai ottenuto la possibilità di governare un Paese costruendo delle leggi dal sociale all'economia, allora io sarò disponibile a venire in tv e a dire che non ho capito niente, che hai ragione. Fino a quel momento abbi rispetto per chi ha portato quella comunità politica a quei risultati", ha affermato.

Le insidie del 2024

Il senatore di Firenze ha voluto rivolgere un augurio di pronta guarigione a Silvio Berlusconi, ricoverato all'ospedale San Raffaele per accertamenti programmati: "È un uomo che combatte con una grinta e una forza che come avversari politici ammiriamo commossi". Successivamente ha posto l'attenzione sulle elezioni europee che si terranno tra il 6 e il 9 giugno 2024, un appuntamento politico cruciale che potrebbe segnare anche il destino del Pd.

In caso di esito fallimentare, Schlein potrebbe fare un passo di lato e dimettersi da segretario. Uno scenario concreto se, come fatto notare da Renzi, il Partito democratico non avrà la volontà di modificare la postura e il proprio menu politico: "Pensiamo che l'alternativa sia quella riformista. Alternativa all'opzione della destra di Meloni e dei suoi alleati che è sovranista; dall'altro alla 'nuova-vecchia' opzione populista che assume contorni e confini del M5S di Conte e il nuovo Pd di Elly Schlein".

Le elezioni europee

Quanto al disegno politico di Renew Europe, Renzi ha rinnovato la disponibilità a fare un passo indietro ribadendo l'obiettivo di evitare lo slittamento a destra di Strasburgo. È arrivata puntuale una frecciatina a Carlo Calenda in seguito alla rottura del Terzo Polo sul partito unico: "Quello che non sono disponibile a fare quando me lo chiedono è rinunciare alla Leopolda come momento politico. Io non rinuncerò mai alla Leopolda perché lo chiedono a voi e noi non rinunciamo a spazi di libertà".

Infine ha avvertito di essere determinato nel mettere il bastone tra le ruote a un possibile asse tra popolari e conservatori per strappare la maggioranza in Europa: "È un disegno politico che voglio far saltare. In questo scenario la lista Renew Europe è l'unica soluzione per evitare che l'Europa venga governata con il modello Meloni.

La lista Renew Europe è un atto di intelligenza".

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