
Il tradizionale raduno annuale della Lega di Pontida si è svolta nel nome e in segno di Charlie Kirk. Il ricordo del giovane attivista repubblicano americano, ucciso in un Campus dello Utah lo scorso 10 settembre, ha accompagnato tutti gli interventi dei militanti leghisti e degli ospiti che hanno calcato il palco adiacente al pratone nel Bergamasco: dai capigruppo nel Parlamento italiano ed europeo ai ministri e ai governatori leghisti, passando per i vicesegretari nazionali del partito e dai giornalisti Hoara Borselli e Daniele Capezzone e fino ad arrivare, naturalmente, a Matteo Salvini. "Liberi e forti, senza paura" e "Il loro odio non vincerà mai" sono gli slogan di questa edizione, che apre un'importante stagione autunnale, tra elezioni regionali e una manovra economica da imbastire.
Dopo i due interventi internazionali di Flavio Bolsonaro, figlio dell'ex presidente del Brasile Jair, e di Jordan Bardella, presidente del Rassemblement National, il segretario federale prende la parola per chiudere la festa del partito. "Kirk guardava gli altri negli occhi: c'erano uomini e donne, ognuno unico al mondo e artefici del proprio destino", esordisce Salvini. Si subito dopo passa ai temi dei conflitti internazionali: "Agli amministratori della Lega, sindaci, assessori e consiglieri chiedo di depositare domani una mozione in tutti i Comuni che ricordi che l'Italia è contro la guerra e che non manderemo mai i nostri figli a combattere in Ucraina e in Russia. Non siamo in guerra contro nessuno. Un chiaro no a un esercito europeo e al debito europeo".
Il vicepresidente del Consiglio snocciola i risultati ottenuti dal governo di centrodestra in questi tre anni: dall'Autonomia alla riforma costituzionale della giustizia sulla separazione delle carriere dei magistrati. "Ognuna delle sedi della Lega si trasformerà in comitati per il sì al referendum per ridare onore a quei magistrati che hanno dato la vita, Livatino, Falcone e Borsellino". Per quanto riguarda il ponte sullo Stretto di Messina, Salvini è chiaro e inequivocabile: "Dopo 150 anni, gli altri lo hanno studiato e promesso. Noi il ponte lo realizzeremo - dice scandendo le sillabe del verbo - facendo lavorare imprese di tutta Italia, giovani e architetti di tutta Italia".
L'obiettivo della Lega resta "estendere la flat tax a tutti i lavoratori e cancellare 170 milioni di cartelle esattoriali dell'Agenzia dell'Entrate". E poi ancora, sempre in campo economico e finanziario: "Sono sicuro che le banche daranno un contributo per aiutare chi non ce la fa, banche che hanno guadagnato più di 46 miliardi lo scorso anno. Non chiederemo un contributo alle piccole banche dei territori, ma a quelle grandi banche che hanno fatto più di mezzo miliardo di utili su interessi e commissioni che chiedono a voi". Anche perché "chi può deve dare una mano, ad esempio aiutando il ministro per un piano casa per permettere ai nostri figli e nipoti di comprare una casa e questa è una delle nostre priorità".
Dando l'appuntamento al 14 febbraio per un grande raduno "in difesa dell'occidente", il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ricorda che, nelle prossime settimane, la Cassazione dovrà esprimersi sulla sua assoluzione in primo grado per il processo Open Arms: "Ma io non ho paura, ho fatto mio dovere, ho rispettato l'articolo 52 della Costituzione, la difesa della patria è un sacro dovere di ogni cittadino. Per questo ci avete scelto e votato e noi saremo anche alla vecchia maniera, ma facciamo di tutto per mantenere le promesse fatte".
Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha cercato di delineare il suo futuro dopo la conclusione, a fine autunno, della lunga esperienza alla guida del suo territorio durata più di quindici anni. "Non penso che sia lesa maestà chiedere un candidato leghista come mio successore. Dopodiché è legittimo che tutti i partiti presentino le loro proposte, credo che la nostra proposta sia assolutamente sostenibile - afferma Zaia -. Sono convinto che la presidente Meloni come Fratelli d'Italia valuterà fino in fondo questa proposta e troveremo una soluzione. Siamo pronti a correre, siamo pronti tutti per un futuro che dovrà essere assolutamente produttivo e performante per il Veneto". Ancora nessuna ufficialità su una sua lista personale: "Dicono che valga il 44-45%, non è un soggetto politico e l'ho sempre fatto per chi non si identifica negli attuali partiti ed è sempre stato da parte mia un segnale di sensibilità e rispetto vero i cittadini. Il centrodestra deciderà se la vuole o non la vuole".
Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, mette in guardia i vertici della Lega: "C'è il cuore che batte qui e ci lega alle nostre tradizioni che continuano e durano nel tempo, radici che però possono sopravvivere soltanto se abbiamo presente i valori che ci sono stati insegnati su questo palco. C'è un capo e ci vuole rispetto per la gerarchia altrimenti finiremo come tutti gli altri". Il suo collega delegato alle Riforme, Roberto Calderoli, rivendica i risultati ottenuti sull'Autonomia: "Il bicchiere è oggi mezzo pieno. Se il bicchiere l'avessimo fatta a dicembre 2025, il bicchiere sarebbe stato pieno.
La sinistra, che non riesce a batterti alle urne e in Parlamento, usa armi non convenzionali e ha messo in mezzo anche la Corte costituzionale. Pensavo che fosse quasi impossibile. Ma io uso il 'mai mulà' della famosa frase di Umberto Bossi".