"Con Meloni Italia succube in Ue". Ma Conte viene smentito dalla realtà

I successi del governo italiano in sede europea smontano la narrazione anti-Meloni del leader penstastellato

"Con Meloni Italia succube in Ue". Ma Conte viene smentito dalla realtà
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Per capire il “mondo al contrario” della politica italiana non serve chiedere informazioni al generale Roberto Vannacci, autore del bestseller che ha fatto schiumare di rabbia la sinistra. È sufficiente leggere le dichiarazioni sulle colonne de La Stampa del leader 5stelle. “Con Meloni – ci spiega Giuseppe Contel’Italia è tornata succube in Europa”. La realtà, giova ricordarlo all’ex avvocato del popolo, parla una lingua diversa da quella grillina. Dall’accordo sul Patto sui migranti e asilo tra Coniglio e Parlamento Ue, al piano concordato con il governo albanese di Edi Rama, passando per la bocciatura alla ratifica del Mes, l’Italia è tornata a difendere i propri interessi e, allo stesso tempo, a fare la voce grossa in sede europea.

Tre esempi diversi tra loro ma guidati da un unico filo rosso, la centralità dell’esecutivo italiano, che smontano in piccoli pezzi le accuse infondate di Giuseppe Conte. “Le bugie dette in conferenza stampa – esordisce il numero uno pentastellato – hanno una radice chiara: Meloni ha preso i voti sfruttando il suo ruolo di opposizione mostrandosi forte, coraggiosa e aggressiva”. Tre pregi che, secondo il leader grillino, rappresentano una maschera che copre interamente la vera identità della premier.

“Una volta arrivata a Chigi – continua – si è rivelata supina nei confronti di Bruxelles e succube nei confronti di Washington”. Strano, e perfino divertente, che a lanciare queste accuse è lo stesso leader, allora presidente del Consiglio, che nel 2019 provava l’impossibile pur di accreditarsi in Europa e accontentare l’allora cancelliere tedesco Angela Merkel. Il famoso video che vede Conte, seduto al bancone di un bar, intento ad assicurare Merkel sulla fedeltà del governo italiano, rimane la rappresentazione perfetta di un’Italia politicamente piccola e succube dell’asse franco-tedesco.

L’amnesia, più o meno volontaria, del numero uno pentastellato è evidente a tutti i livelli. I successi italiani nei consessi europei, solo nell’ultimo anno di governo Meloni, raccontano di un Paese diverso da quello disegnato ad hoc da Giuseppi. Sull’immigrazione irregolare, per esempio, i Ventisette hanno fatto passi da gigante grazie al continuo sforzo italiano. L’accordo trovato tra Consiglio e Parlamento europeo sui cinque pilastri del Patto sui migranti e l’asilo è una prima risposta concreta dell’Europa.

Lo stesso vale, almeno sulla carta, per i dieci punti delineati dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, in visita a Lampedusa solo pochi mesi fa e per l’accordo Italia-Albania firmato da Giorgia Meloni e ratificato dal

consiglio dei ministri a inizio dicembre. Su tutt’altro tema, ma ugualmente importante, il “no” del parlamento italiano alla ratifica del Mes. Insomma, l’esatto opposto di quanto Giuseppe Conte vuole dimostrare a tutti i costi.

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