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Liberal Usa incoronano la Schlein per colpire Meloni

Elly Schlein incoronata dal New York Times: "Nessuno meglio di lei incarna il cambiamento". "Vuole ricostruire l'opposizione di centrosinistra a Giorgia Meloni".

Liberal Usa incoronano la Schlein per colpire Meloni

Chi l'avrebbe mai detto. Il New York Times, l'illustre quotidiano "bibbia" dei liberal Usa, incorona la nuova segretaria del Pd, Elly Schlein. A ulteriore dimostrazione che la nuova direzione del Partito democratico sarà sempre più "americaneggiante" e "woke", un copia-incolla delle istanze e delle battaglie dei progressisti Usa e il definitivo abbraccio dei dem all'identity politics. Archiviati Marx e Gramsci e ogni pretesa di una rivoluzione socio-economica - senza tuttavia abbandonare l'antifascismo da operetta - è tempo di appendere alle pareti delle sedi del Pd le gigantografie di Alexandria Ocasio-Cortez. "È difficile incarnare il cambiamento in Italia più di Elly Schlein" scrive il quotidiano Usa. "La donna che scuote la politica italiana (no, non il nuovo presidente del Consiglio). - è questo il titolo - Figlia di genitori italiani ed ebrei americani, Elly Schlein vuole ricostruire l'opposizione di centrosinistra a Giorgia Meloni, se solo il suo partito riuscirà a sopravvivere".

E ancora: "Lo scorso fine settimana la signora Schlein, 37 anni, si è fatta strada al centro del dibattito sul futuro della sinistra europea quando ha sbalordito l'establishment liberale e scosso il panorama politico italiano vincendo le elezioni primarie per diventare la prima donna alla guida del Partito Democratico di centrosinistra. Promette, ha detto mercoledì nella sua nuova sede centrale, di 'cambiare profondamentè un partito nel bel mezzo di una crisi di identità", scrive il New York Times. Dimenticando, tuttavia, che buona parte dell'establishment del partito - da Dario Franceschini ad altri - era con lei.

Il Nyt esalta la nuova segretaria dem

Nel paragonare le due figure - quella di Schlein e di Giorgia Meloni - il quotidiano Usa sottolinea che le due donne non potrebbero essere più diverse. Meloni, ricorda il Nyt, è stata cresciuta da una madre single in un quartiere operaio di Roma, ed è stata un'attivista giovanile nei partiti post-fascisti. Il suo grido di battaglia è: “Sono Giorgia, sono donna, sono mamma, sono cristiana!”. Schlein — che ha passaporto italiano, svizzero e americano — ha detto di non capire come essere "una donna, una madre e una cristiana aiuti gli italiani a pagare le bollette". Ha aggiunto: "Sono una donna. Amo un'altra donna. Non sono una madre, ma non sono meno donna per questo". Secondo il quotidiano, il programma della segretaria dem si può riassumere all'incirca così: "Reintrodurrebbe le tutele del lavoro, tasserebbe i ricchi, ricollegherebbe i sindacati, investirebbe in un'economia più verde e spingerebbe per i diritti dei gay e degli immigrati".

L'endorsement del New York Times non sorprende affatto. Come già spiegato dal Giornale.it, da Occupy Pd alla guida del partito, l'ascesa della neo-segretaria dem nata in Svizzera nel 1985 è stata resa possibile e favorita, oltre che dallo stesso Prodi, dall’agenzia Social Changes, vicina a Barack Obama, che ne ha promosso in passato l’immagine sui media con grande efficacia. Perché nella vita di Elly Schlein c'è moltissima America, versante progressista. Quell'America più progressista e "woke", che porterà il Pd nelle braccia della "identity politics" e delle battaglie più care ai liberal americani, con un taglio netto della tradizione riformista italiana.

Dubbi sull'Ucraina

Non mancano dubbi, da parte della testata Usa, sul sostegno incondizionato da parte della segretaria del Pd sull'invio di armi all'Ucraina. I sostenitori di Kiev, osserva sempre la testata liberal, sono preoccupati per il suo definirsi "pacifista" e per la sua "ingenua argomentazione secondo cui l'Europa in qualche modo ha bisogno di convincere la Cina a costringere la Russia a porre fine alla guerra". A livello di dichiarazioni pubbliche, la linea politica di Schlein sull'Ucraina si muove nella sostanziale ambiguità, benché in Parlamento abbia confermato il suo voto favorevole alle risoluzioni che consentivano al governo di prorogare l’invio delle armi fino alla fine del 2023.

In caso di coalizione di Conte - contrario all'invio di armi a oltranza - sono contraddizioni e ambiguità che emergeranno.

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