A 24 ore e più dalla notizia dell'arresto di Hannoun e di altri 8 soggetti, accusati di avere un legame più o meno diretto con Hamas, le organizzazioni e i partiti hanno iniziato a schierarsi. È servito del tempo, non sono stati messaggi impulsivi, forse avevano bisogno di coordinarsi e di decidere come esternare il proprio pensiero, ma alla fine hanno scelto da quale parte stare e, senza sorprese, è quella dell'architetto giordano attualmente in carcere. "L’inchiesta è un attacco politico per colpire le organizzazioni che promuovono la solidarietà alla popolazione di Gaza nel nostro Pese, non è né più né meno che una delle rappresaglie del governo Meloni contro il movimento popolare che ha scoperchiato la complicità dello Stato italiano con lo Stato genocida di Israele", accusa il Partito dei Carc, una delle realtà più radicali della sinistra extraparlamentare.
Secondo loro, il movimento popolare "ha messo il governo Meloni con le spalle al muro e lo ha fatto vacillare nei mesi scorsi". Si tratta ovviamente di propaganda, di una costruzione della realtà funzionale a una narrazione utile a fomentare le piazze, a far credere che le manifestazioni stanno funzionando e stanno creando un disagio al governo. Ma come dimostrano i dati oggetti e come dimostra la stabilità dell'esecutivo in essere, tutto questo non esiste ma se non venisse costruita questa narrazione i Carc, così come tutti gli altri soggetti che cercano la piazza per perseguire uno scopo politico usando la Palestina come aggregatore, non avrebbero presa. "La nostra solidarietà con tutti gli arrestati e gli indagati – quali che siano le accuse che vengono mosse loro, le 'prove a loro carico' e 'gli accertamenti' che emergeranno – è piena e incondizionata", scrivono ancora dai Carc, secondo i quali "continuare a lottare e a sostenere in tutti i modi la resistenza del popolo palestinese è la prima e più importante forma di lotta contro il governo Meloni e gli agenti sionisti che operano nel nostro Paese".
E ancora, in un passaggio, il Partito dei Carc "rivendica e indica come un esempio tutte le iniziative a supporto e a sostegno della Resistenza palestinese, sosteniamo senza alcun distinguo e alcuna condizione la Resistenza palestinese, riteniamo legittimo ogni mezzo e ogni strumento utile alla lotta di liberazione della Palestina". Parole chiare sul posizionamento del movimento, al quale fa comodo associarsi ai movimenti palestinesi per raggiungere lo scopo di mettere in crisi il governo Meloni, come più volte dichiarato. Da soli, i Carc non hanno alcuna forza, motivo per il quale hanno bisogno di unirsi a cause che portano in piazza la gente per essere accreditati e ora la Palestina funge perfettamente allo scopo. E lo esplicano ancora meglio in questo manifesto: "Vanno, semplicemente, spazzati via. Tutti. Bisogna organizzarsi per spazzarli via. Se questa espressione fa scalpitare i più pavidi e sensibili fra loro – che poi presentano interrogazioni parlamentari sui 'pericoli eversivi' – saremo ancora più chiari. Il governo Meloni deve essere cacciato il prima possibile da un movimento popolare che rende ingestibile il Paese a ogni autorità che sia collusa e complice con gli imperialisti Usa, con i sionisti d’Israele e con la Ue". Ecco il perché della premessa, ecco il perché dell'interesse alla causa palestinese.