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"Provocazioni e bugie". La versione di Prandini sullo scontro con Della Vedova

Il presidente di Coldiretti accusa +Europa: "Esposti cartelli che relegavano gli agricoltori alla condizione di ignoranza". E respinge le accuse: "Non ho alzato le mani"

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Lo scontro avvenuto davanti Palazzo Chigi continua a essere elemento di forte discussione. Da una parte Coldiretti esulta per l'approvazione del disegno di legge contro la carne sintetica; dall'altra +Europa contesta il provvedimento a cui è stato dato il via libera e se la prende con una norma che reputa antiscientifica e che va contro gli interessi dell'Italia. Attimi di tensione su cui il presidente Ettore Prandini ha voluto fare chiarezza e ricostruire la dinamica di quanto accaduto nei pressi della sede del governo.

Il presidente di Coldiretti, intervistato da Il Riformista, ha riavvolto il nastro della vicenda per porre la lente di ingrandimento su ciò che ritiene essere stato lo svolgimento dei fatti. Una sorta di Var sotto Palazzo Chigi: ha ammesso di aver attraversato la piazza e di essersi diretto verso Benedetto Della Vedova ma, ha precisato, "non alzo le mani". Pertanto ha bollato il presunto contatto fisico come "la prima bugia detta" dalla sua controparte.

In sostanza, stando alla versione di Prandini, nessuna violenza e nessuna aggressione fisica. Dal suo canto Coldiretti stava manifestando nell'attesa di festeggiare per il semaforo verde a una legge che corona una lunga battaglia. Il presidente ha accusato Della Vedova, deputato di +Europa, di essersi posizionato scientemente con dei cartelli "che sostanzialmente relegavano gli agricoltori alla condizione di ignoranza". Il che è stata vista come una provocazione ritenuta del tutto inaccettabile perché non si può mancare di rispetto verso chi quotidianamente si mette al servizio "per produrre cibo e garantire benessere al nostro Paese".

Sempre su Il Riformista è stato accolto il punto di vista di Della Vedova, che ha parlato di "gesto gravissimo" e si è detto "esterrefatto". Ha garantito di essersi tenuto a notevole distanza da dove Coldiretti stava sostenendo le sue idee e ha accusato Prandini di essergli andato incontro dandogli "del delinquente". Il deputato di +Europa ha poi avanzato dei sospetti ben precisi e delle osservazioni che non possono sfuggire: ha affermato che probabilmente il gesto è stato commesso "perché ha avvertito un clima favorevole", ricordando che si tratta del leader di una "potentissima associazione da sempre filogovernativa".

A tal proposito ha tirato in ballo il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, imputando loro la colpa di non aver preso una posizione alla luce di quanto accaduto. Per il governo la postura non cambia: un secco e convinto "no" alla carne sintetica.

Una linea doverosa per tutelare il made in Italy, per preservare la tenuta territoriale e per salvaguardare la storia millenaria del nostro Paese che tra biodiversità e distintività si è sempre contraddistinto in positivo.

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