
Sogna Palazzo Chigi, è convinta di poter prendere il posto di Giorgia Meloni. Si vocifera di un totoministri già in corso, con Peppe Provenzano e Francesco Boccia in prima fila. Elly Schlein scommette su un futuro radioso. E nemmeno il clamoroso flop del referendum sembra ridimensionare i suoi progetti. Sì, perché dopo aver caricato l'importanza del voto e aver sfidato frontalmente il governo - destinato a cadere, secondo lei - la segretaria del Partito Democratico non ha intenzione di prendere atto della sconfitta epocale. Anzi, ecco il nuovo monito alla Meloni: ci vediamo alle politiche.
Andiamo per gradi. Come ormai noto, il referendum non ha raggiunto l'obiettivo costituzionale: lontanissimo dalla soglia del 50 per cento più uno. Ma non solo. La percentuale è ben al di sotto dell'asticella sognata dalla sinistra e dai suoi house organ. L'affluenza si è fermata attorno al 30 per cento. Non li hanno visti votare, direbbe qualcuno. Numeri che spingerebbero promotori e sostenitori di spicco a fare un passo indietro. Ma non Elly Schlein, che ha deciso di vedere il bicchiere strapieno. Lei che da Fazio parlava di "una ondata di partecipazione per dire basta alla precarietà, aumentare la sicurezza sul lavoro e per concedere la cittadinanza a chi nasce e cresce in Italia". Ebbene, la sua reazione lascia a bocca aperta (anche molti dem).
"Hanno fatto una vera e propria campagna di boicottaggio politico e mediatico di questo voto ma hanno ben poco da festeggiare: per questi referendum hanno votato più elettori di quelli che hanno votato la destra mandando Meloni al governo nel 2022", la versione della Schlein. Tiene conto anche dei tanti che hanno votato no - soprattutto al quesito sulla cittadinanza - ma non importa. Non è nemmeno quello il problema. Andiamo avanti, perchè c'è anche la rivendicazione della vittoria di Taranto dove Pietro Bitetti del centrosinistra è avanti sul candidato di centrodestra Francesco Tagliente: "Quando più gente di quella che ti ha votato ti chiede di cambiare una legge dovresti riflettere invece che deriderla. E oggi la destra ha perso, dopo Genova, Assisi e Ravenna, anche a Taranto". Ed ecco il messaggino alla Meloni: "La differenza tra noi e la destra di Meloni è che oggi noi siamo contenti che oltre 14 milioni di persone siano andate a votare, mentre loro esultano perché gli altri non ci sono andati. Ne riparliamo alle prossime politiche".
Insomma, Elly continua a pensare a Palazzo Chigi. In realtà dovrebbe pensare al Nazareno, perché la figuraccia non è piaciuta a molti. Non tutti sono sportivi come il già citato Boccia, tutt'altro che abbattuto per la débâcle. Non tutti si fanno andare bene un'agenda fatta di integralismo green, migranti e Lgbt.
L'area riformista, infatti, è pronta a presentare il conto alla segretaria, rea di aver mobilitato l'intero partito per "correggere gli errori del vecchio Pd", partecipando di fatto a un "referendum politico contro se stessi".Resta da capire se la Schlein presterà attenzione al dissenso o continuerà ad andare a braccetto con Conte e Landini, provando a dare forma all'utopia di battere la Meloni. La risposta in realtà è scontata...