"Sei la prima della lista". Gli anarchici di Bologna minacciano Meloni

La scritta choc è apparsa su un muro della città. Solidarietà di FdI a Giorgia. Il sindaco Lepore: "La nostra condanna sarà sempre ferma e unanime di fronte ad ogni forma di violenza politica"

"Sei la prima della lista". Gli anarchici di Bologna minacciano Meloni
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La sinistra continua ad accusare il centrodestra di aizzare gli animi degli italiani e di infuocare il dibattito politico italiano, ma il vero odio arriva proprio dalla galassia rossa. Quella che si professa democratica e tollerante, salvo poi riversare una colata di fango e di insulti contro gli esponenti della maggioranza, in particolar modo verso Giorgia Meloni. Che, tra le tante invettive ricevute ormai ogni giorni, aggiunge alla collezione l'ultimo affondo arrivato dagli anarchici a Bologna.

Su un muro della città è apparsa una scritta che non lascia spazio a libere interpretazioni e che si configura come una chiara minaccia, un'intimidazione nei confronti del presidente del Consiglio: "Giorgia Meloni sei la prima della lista". Il tutto accompagnato dal simbolo degli anarchici. No, non siamo negli Anni di piombo: è il 2025, ma il clima che si è creato ai danni del centrodestra è davvero preoccupante. Avversari dipinti come nemici, come veri e propri mostri non da combattere sul piano politico ma da abbattere.

La foto della scritta choc è stata diffusa da Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera. "Saluti dalla tollerante e democratica Bologna", ha denunciato il deputato sulla sua pagina Facebook. Senza rinunciare a una sottile ironia, a una domanda retorica di fronte alle strampalate teorie della sinistra: "Ma non erano a destra gli odiatori?".

Sulla questione si è espresso anche il deputato Paolo Trancassini, che ha invitato tutte le forze politiche - senza alcuna ambiguità né distinguo - a prendere le distanze dalle minacce degli anarchici: "La condanna di gesti di questa natura deve essere ferma, unanime". Il parlamentare di FdI ha fatto notare che alimentare odio e violenza, anche solo tramite le parole, "significa assumersi una pesante responsabilità verso le istituzioni e verso il Paese, che non può rimanere ostaggio di quanti tentano di riportare il confronto politico sul terreno dell’intimidazione e della violenza". E perciò ha confidato che i responsabili vengano individuati e affidati alla giustizia.

Ovviamente la sinistra si è rifugiata nell'imbarazzo. A spezzare il vergognoso silenzio è stato almeno il sindaco Matteo Lepore, che ha espresso solidarietà al presidente del Consiglio per le scritte apparse su un muro della città.

"La nostra condanna sarà sempre ferma e unanime di fronte ad ogni forma di violenza politica", ha affermato il primo cittadino di Bologna. Si resta in attesa di una dura presa di posizione anche di Elly Schlein, sempre in prima linea al fianco delle donne. Ma forse la speranza, in questi casi, è solo ingenuità.

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