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La "controriforma" della Schlein per il Fisco: sì a patrimoniale e stangata sulla casa

La segretaria Schlein presenta alla Camera la controriforma fiscale del Partito Democratico ma, sotto sotto, le ricette rimangono sempre le stesse

La "controriforma" della Schlein per il Fisco: sì a patrimoniale e stangata sulla casa

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La "controriforma" della Schlein per il Fisco: sì a patrimoniale e stangata sulla casa

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Il Partito Democratico presenta la sua controriforma fiscale in pompa magna sotto il segno della "redistribuzione e di una maggiore equità". Elly Schlein non ha dubbi: "Se dobbiamo abbassare le tasse su lavoro e imprese bisogna intervenire sulle rendite e i redditi da capitale, dove le aliquote sono più basse. Bisogna rendere il sistema fiscale più equo per fornire un futuro ai servizi per i cittadini".

La segretaria nazionale del Pd illustra la propria proposta politica, che prevede - tra i vari elementi - un Irpef duale sul modello tedesco, taglio del cuneo fiscale e razionalizzazione degli incentivi. Tutti punti che poi sono stati tradotti in emendamenti presentati alla Camera dei Deputati, dove è in corso l'esame della delega al governo sulla riforma del fisco. Ma le sorprese più "succulenti" arrivano verso la conclusione della presentazione e, seppur non espressa così esplicitamente, equivalgono a due classiche ricette della sinistra: la patrimoniale e nuove tasse sulla casa.

La controriforma fiscale del Pd

Stando alla conferenza stampa dell'ex europarlamentare, l'intenzione dei dem - per quello che riguarda l'Irpef - è quella di eliminare i regimi speciali e sostitutivi e organizzare il prelievo sui redditi in un'ottica duale: tutti i redditi di lavoro e per quelli derivanti dall'impiego di capitale una sola aliquota. Sostituzione degli attuali scaglioni e aliquote con un sistema progressivo "ad aliquota continua" (modello tedesco), utilizzo delle maggiori entrate derivanti dalla revisione di detrazioni e deduzioni Irpef per ridurre il carico sui soli soggetti che pagano quell'imposta.

In riferimento all'Ires, invece, la proposta prevede la razionalizzazione e stabilizzazione degli incentivi per gli investimenti, la formazione, la ricerca e sviluppo, l'occupazione, il Mezzogiorno, e conferma della SuperAce (per incentivare anche la capitalizzazione delle imprese e non solo la mancata distribuzione degli utili). Dopo il capitolo relativo al contrasto all'evasione e all'erosione e ai condoni, ecco poi il colpo di coda della Schlein: la riforma del catasto. Il Partito Democratico desidererebbe introdurre la relativa riforma, con riferimento ai valori di mercato degli immobili, cancellando i moltiplicatori esistenti, garantendo la parità di gettito e redistribuendo il gettito fra i contribuenti senza aumentare l'onere complessivo.

Schlein ritorna con l'ossessione su casa e patrimoniale

Tutto questo significa, al netto delle circonlocuzioni arzigogolate, che il movimento che guida la coalizione raffazzonata del centrosinistra - in attesa dell'estate militante - vorebbe proporre una patrimoniale, andando poi a intervenire poi direttamente sulle proprietà immobiliari. Del resto Elly Schlein è sempre stata molto schietta da questo punto di vista in tutti questi mesi nei quali sta ricoprendo l'incarico di leader del Nazareno. Parlando al Festival dell'economia di Trento dello scorso maggio, aveva esplicitamente dichiarato: "Che la riforma del catasto si debba fare subito ce lo sta dicendo anche l'Unione europea", aggiungendo che fosse necessario "fare degli interventi per rendere più equo e progressivo il sistema".

L'imposizione sul mattone andrebbe quindi aumentata, anche con la "riforma del catasto in un senso più equo". Nel linguaggio comune il concetto della Schlein resta sempre lo stesso: per ridurre le imposte che gravano sui lavoratori e gli imprenditori, la soluzione non è quella di tagliare la spesa pubblica, bensì è spremere ancora di più i proprietari di immobili. E dire che nella mozione con la quale ha vinto la corsa alla segreteria del Pd a febbraio, in cui la parola "catasto" non appariva proprio per niente. Con oggi – bisogna dargliene atto – c'è stato un passo avanti.

O indietro: dipende dai gusti.

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