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"E allora Messina Denaro...". Il delirio choc contro Colosimo

Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione delle vittime del 2 agosto 1980, si scaglia contro la scelta di Colosimo all'Antimafia: "Ci sono collegamenti materiali tra fascisti e mafiosi"

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In questi giorni Chiara Colosimo è finita al centro di infinite polemiche da parte di alcuni partiti dell'opposizione che non hanno gradito la sua elezione come presidente della commissione Antimafia. In particolar modo il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle si sono sbizzarriti alla luce della notizia su un evento del passato, ovvero la presenza a un evento con l'ex Nar Luigi Ciavardino. L'esponente di Fratelli d'Italia ha già chiarito, eppure c'è chi si è spinto fino a un paragone choc che si commenta da solo.

Il paragone choc

A ospitare le dichiarazioni al veleno sono state le colonne de La Repubblica, che ha dato voce a uno di coloro che non hanno affatto gradito la scelta di Colosimo all'Antimafia. Si tratta di Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione delle vittime del 2 agosto 1980, che non ci ha pensato due volte prima di sferrare un attacco frontale dai toni alquanto discutibili. Addirittura tirando in ballo il boss, arrestato nei mesi scorsi, e considerato tra le persone più pericolose del mondo.

"Tanto valeva che alla presidenza della commissione Antimafia ci avessero messo Matteo Messina Denaro direttamente", è stata la durissima considerazione in seguito all'elezione della deputata di FdI alla guida dell'organismo. Una mossa che a suo giudizio non aiuta e che rappresenta un grave precedente in quanto "ci sono collegamenti materiali che stanno emergendo tra fascisti e mafiosi, ogni giorno ne abbiamo conferma".

Al di là delle singole opinioni e di ogni legittimo dubbio, a una domanda però non si può sfuggire: era davvero necessario fare un parallelismo del genere?

La precisazione di Colosimo

Dal suo canto Colosimo ha confessato che non si aspettava certamente le polemiche dalle associazioni dei familiari delle vittime: "Vorrei incontrarli presto". Ha raccontato che la vicenda l'ha ferita, visto che è stata portata avanti una narrazione "surreale" che la sta dipingendo come un mostro: "Non sono amica dell'ex membro dei Nar Luigi Ciavardini e spero di non ripeterlo ancora". Ha spiegato di aver conosciuto Ciavardini in occasione di iniziative con l'associazione gestita da sua moglie, "nelle quali ovviamente c'era anche lui".

Colosimo, intervistata da La Stampa, si è detta sorpresa e ha ammesso che la foto può dare l'impressione di un certa confidenza. "In effetti non è un posa istituzionale", ha riconosciuto. In queste ore da sinistra circola la tesi secondo cui il suo profilo non sarebbe adatto a un incarico così importante, ma su questo punto l'esponente di Fratelli d'Italia ha invitato a lasciar parlare i fatti come vero banco di prova per testimoniare le proprie capacità.

La sua volontà è quella di rispondere alle accuse di inadeguatezza "svolgendo al meglio" l'incarico, convinta che l'Antimafia sia una questione da trattare ovunque e non solo in sede giudiziaria: "Il 2 giugno compio 37 anni e forse il mio ruolo potrà essere anche quello di parlare a quelle generazioni che rischiano di vedere la mafia come una cosa lontana nel tempo". Qualcuno si augura che non vada alle celebrazioni del 2 agosto? Anche su questo Colosimo ha risposto entrando nel merito: "Il presidente della commissione Antimafia deve esserci e io vorrei esserci.

È ovvio, però, che non farò alcun passo per provocare dolore ai familiari".

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