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Torture a Verona, la condanna di Piantedosi: "Fatti di enorme gravità"

Il messaggio del ministro dell'Interno sui presunti atti di violenza e tortura da parte di alcuni agenti: "Rinnovo la stima alla polizia che senza esitazioni fa pulizia al suo interno"

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Il quadro che emerge non può sfuggire a doverose riflessioni. Nelle ultime ore ha fatto molto discutere quanto accaduto a Verona, dove alcuni agenti si sarebbero resi protagonisti di atti di violenza e tortura - nel periodo compreso tra lo scorso luglio e il marzo 2023 - ai danni di persone sottoposte alla loro custodia. Una serie di circostanze e aggiornamenti che ha spinto Matteo Piantedosi a prendere una posizione netta senza ricorrere a mezzi termini per condannare ciò che sta venendo a galla.

Ovviamente alla magistratura e alla stessa polizia di Stato spetterà il compito di fare piena chiarezza su quanto avvenuto, valutando quel che si ha a disposizione per confermare o smentire tutto ciò. Comunque il ministro dell'Interno ha affermato che, nel caso in cui la narrazione che sta circolando fosse confermata, le vicende che emergono dall'inchiesta di Verona "sarebbero di enorme gravità".

Piantedosi non ci ha girato attorno e ha usato toni inequivocabili: i fatti sarebbero lesivi non solo "della dignità delle vittime" che avrebbero subito le violenze, ma anche dell'onore e della reputazione delle migliaia di donne e uomini della polizia di Stato "che quotidianamente svolgono il proprio servizio ai cittadini con dedizione e sacrificio".

Il titolare del Viminale ha voluto rinnovare la propria stima e la propria gratitudine nei confronti degli agenti per le "delicate attività" che ogni giorno portano avanti, riservando particolare elogio a chi "senza esitazioni e pregiudizi riesce a fare pulizia al suo interno". A suo giudizio ne è una dimostrazione sia la fiducia accordata dalla Procura della Repubblica che ha delegato alla Squadra mobile della questura di Verona lo svolgimento delle indagini sia il riconoscimento nell'ordinanza del gip "dell'efficienza e della sollecitudine con cui queste sono state svolte".

Dal suo canto Roberto Massucci ha assicurato di non avere alcuna intenzione di trovare "facili giustificazioni o attenuanti" per quanto riguarda i comportamenti contestati agli agenti. Il questore di Verona, interpellato dall'Ansa, ha sottolineato la necessità della consapevolezza da parte dei poliziotti del ruolo che sono chiamati a svolgere: "Consapevolezza che vuol dire sapere che in ogni momento si rappresenta lo Stato e non è possibile venir meno ad un agire fatto di onore e disciplina".

Stefano Paoloni ha parlato di fatti "molto gravi e inspiegabili" che non possono essere tollerati e che vanno giustamente perseguiti, anche se a commetterli è solamente "una piccolissima parte". Il segretario generale del sindacato di Polizia Sap ha chiesto di evitare generalizzazioni e di non mettere in discussione l'operato di chi quotidianamente si mette al servizio del Paese.

E ha ribadito la richiesta di ricevere in dotazione telecamere sulle divise e negli uffici per garantire maggiore trasparenza e tutela per chi viene posto in stato di fermo e per gli operatori stessi: "Sarebbe uno strumento di controllo preventivo per tutti".

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