"Io temo che, anche a leggere alcune reazioni di ieri, ci sia ancora una mentalità totalitaria in alcuni esponenti dell'opposizione". Così il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, nel suo intervento ad Atreju nel corso del panel dal titolo "La scuola del merito: formazione, educazione, rispetto".
"Quando mi si contesta il fatto che io voglia fare chiarezza se effettivamente Francesca Albanese durante più lezioni curriculari, e quindi lezioni obbligatorie, abbia veramente detto che questo governo è costituito da fascisti, complici di genocidio e abbia veramente incitato a occupare le scuole, se - ha aggiunto il ministro Valditara - mi si contesta la necessità di fare chiarezza su un punto dirimente per quanto riguarda la correttezza della formazione dei nostri giovani, vuol dire che non si ha maturità democratica". Valditara non ha assicurato che si lascerà intimidire solo perché cerca di far rispettare la legge e la Costituzione e, soprattutto, si impegnerà affinché "il pluralismo venga rispettato e che nelle scuole non si faccia né propaganda né indottrinamento". E ha aggiunto: "Dopodiché io non parto con alcun pregiudizio, accerteranno gli ispettori e vedranno se eventualmente si sono violate alcune regole e se c'è una responsabilità degli organi scolastici". Valdirata, poi, ribadisce: "Le scuole non sono e non dovranno mai essere luoghi di indottrinamento, luoghi di propaganda politica" e che "devono abituare lo studente allo spirito critico, al confronto plurale, alla crescita nel pluralismo. Questa è la scuola democratica".
Valditara, poi, è entrato nel merito delle polemiche sullo studio dell'educazione sessuo-affettiva e del contrasto al fenomeno dei femminicidi: "Quando parliamo di educare al rispetto verso la donna, a relazioni sane e corrette, all'empatia affettiva e relazionale, parliamo di cose sacrosante che evitano e scoraggiano le violenze sessuali, i femminicidi o anche scritte inquietanti o devastanti come quelle nei bagni dei licei di Roma". E ancora: "Educare al rispetto, a considerare l'altro come un compagno o una compagna con cui condividere un futuro è fondamentale, ma questo non lo ha fatto la sinistra, che oggi continua a lamentarsi che manca l'educazione al rispetto e all'empatia, ma in realtà sta raccontando delle balle". Il ministro ha ricordato che nelle linee guida per l'educazione civica è stato introdotto tutto questo "come obiettivi di apprendimento obbligatori". Secondo Valditara, il maschilismo, l'emarginazione e le violenze contro le donne non si combattono con le teorie gender. "Quello che non vogliamo - visto che nei programmi abbiamo messo l'educazione sessuale in senso biologico - è che un bambino di 8 anni venga subissato di teorie gender che ti insegnano che oltre al maschio e alla femmina ci sarebbe anche un soggetto neutro", ha spiegato Valditara. Che, poi, ha chiesto: "Ma come può un bambino affrontare seriamente tematiche di questo tipo? E se proprio vuoi farlo dalle medie in su - ha aggiunto - devi innanzitutto chiarire chi sono i relatori, che devono essere uomini di scienza e psicologi e non un'associazione qualunque che va lì a indottrinare a spese del contribuente". E ha chiosato: "È li che sta il Minculpop, non qui".
Ma non è mancata una norma sulla condotta scolastica che "non è fascista" anche perché "i giovani seri, corretti e che rispettano gli altri non hanno timore del voto in condotta", ma anzi "la norma stimola gli studenti a essere responsabili. Vogliamo contrastare il bullismo e la violenza".
Presente al convegno anche Gino Zavalani, direttore editoriale di Esperia, che a tal proposito ha parlato del sondaggio condotto da Demopolis, un'esclusiva del nuovo media che si sta facendo sempre più spazio nel mondo del web: "Molti polemizzano con le misure del ministro Valditara per pura posizione ideologica. Per esempio sul voto in condotta. Io personalmente sono d accordo con lui. Ma abbiamo chiesto agli italiani con un'indagine dell'Istituto Demopolis ed è emerso che il 75% è favorevole alla sua proposta".