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Violante spazza via le fandonie rosse: "Meloni è estranea al fascismo"

L'ex presidente della Camera mette a tacere la narrazione della sinistra: "Meloni allontanerà le nostalgie retrograde e gli estremisti. La pagina del fascismo è chiusa definitivamente"

Violante spazza via le fandonie rosse: "Meloni è estranea al fascismo"

I fantasmi del ritorno del fascismo o del suprematismo bianco in concomitanza del centrodestra al governo? Quelle della sinistra sono balle. A testimoniarlo non è solo il recente sondaggio di Termometro Politico da cui emerge l'indifferenza degli italiani verso le chiacchiere rosse, ma sono anche le parole di Luciano Violante che di fatto spazzano via dal tavolo le fandonie che imputano ai rappresentanti dell'esecutivo chissà quale tentativo di volgere lo sguardo al periodo del fascismo nel nostro Paese.

Violante zittisce la sinistra

L'ex presidente della Camera, intervistato dal Corriere della Sera, ha disinnescato gli allarmi arrivati puntualmente dalla sinistra nostrana e alla vigilia della Festa della Liberazione si è espresso senza mezzi termini: "Giorgia Meloni è estranea al fascismo". Dichiarazioni che non lasciano spazio a libere interpretazioni e che di fatto sono un monito al fronte rosso che puntualmente evoca spettri del passato e che punta il dito verso il governo accusandolo di essere nostalgico di quei momenti bui.

Violante ha annotato che il presidente del Consiglio sta semplicemente lavorando per tentare di costruire un partito conservatore italiano: ovviamente ha voluto prendere le distanze in quanto non rappresenterà mai la sua formazione politica ideale, ma al tempo stesso ha espresso fiducia e ottimismo sul fatto che Meloni "supererà le nostalgie retrograde esistenti a destra".

Le parole sferzano la sinistra italiana, che non perde mai l'occasione di fare le analisi del sangue al centrodestra e chiedere al capo dell'esecutivo di esprimersi in maniera chiara nonostante abbia più volte condannato tutti i regimi totalitari. Eppure si continua a denunciare una presunta ambiguità. Violante ha affermato che a Giorgia Meloni spetta il compito di "allontanare gli estremisti e costruire un futuro privo di nostalgie, di razzismi, di ignoranze" e con onestà intellettuale ha riconosciuto la presenza di "condizioni soggettive e oggettive perché il progetto riesca".

Il fronte rosso è isolato

L'intervento dell'ex presidente della Camera pesa come un macigno e isola sempre di più una sinistra che porta avanti un'opposizione pregiudiziale ricorrendo anche a toni fuori luogo. Il che dovrebbe porre la galassia rossa di fronte a un quesito esistenziale: perché agli avvertimenti sul fascismo, che ci si affretta a lanciare costantemente, non segue un appello positivo? La risposta è semplice: gli italiani ormai conoscono il solito copione della sinistra e non prendono in considerazione la classica fuffa.

Il modus operandi prevede il paragone tra una singola dichiarazione e un macro evento del passato, cercando di generalizzare l'attuale contesto per rafforzare la propria tesi. Ma tutto ciò non funziona e non regge il gioco rosso. Violante ritiene che la pagina del fascismo sia "chiusa definitivamente".

Ai compagni rossi non resta che sbizzarrirsi in solitaria in vista del 25 aprile.

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