Singolare e per molti versi apprezzabile, qua e là perfino affascinante questo nuovo lavoro dei Kasabian, quartetto da non perdere di vista per la poliedricità lessicale e lampia cultura musicale che saddensano in questo Empire. Dove allaguzza secchezza del canto - ma non mancano squarci di più ampia cantabilità: Shoot the runner, British legion - saffianca la multiformità delle architetture armoniche e la molteplicità dun corredo strumentale davvero superbo, magari qua e là ai limiti dellestetismo, e tuttavia così ricco di sollecitazioni da non concedere varchi alla prevedibilità e tanto meno alla monocromia di tanto pop e rock oggi in auge. Così ecco spalancarsi un caleidoscopio sonoro che va dalla suadente coralità di The doberman agli archi neoromantici di By my side, dal galoppo maestoso di Empire alle trasparenze impressioniste di Stuntman. Non senza adeguati tributi alla psichedelia - Last trip in flight -, al descrittivismo puro - Sun rise light flies -, alla citazione colta e magari un po velleitaria, può succedere.
Donde un album provocatoriamente sospeso tra la realtà e la trasfigurazione onirica, la sensualità e la sublimazione, la mitologia pop e la cultura «alta».Kasabian - Empire (Sony-Bmg)
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