Stile

L'«arte del movimento» Così da 40 anni il fitness è di moda

«Non avevo ancora vent'anni quando siamo partiti. E ancora facciamo lo stesso prodotto»

Lucia Serlenga

Sede storica a Chiavari, uffici a Milano, atelier a Verona: Freddy, fondata nel 1976, mette insieme ginnastica, fitness, danza ma anche ricerca, tecnologia e moda. Negli anni Ottanta la diffusione del marchio e dei suoi prodotti, abbigliamento sportivo, scarpe e accessori, cresce parallelamente alla diffusione dei video di Jane Fonda e al salutismo. Negli anni a venire il brand si fa sponsor di federazioni sportive, accademie e fuoriclasse di discipline e diventa il must have di tante celebrità. Oggi la diffusione delle collezioni attraversa quattro continenti, oltre mille punti vendita e oltre dieci flagship store. Presente e futuro nell'intervista al suo fondatore, l'ingegnoso Carlo Freddi.

Quando nasce lo slogan l'arte del movimento?

«Praticamente sin dagli inizi della mia storia imprenditoriale partita quando non avevo ancora vent'anni. Essere ancora qui, dopo quarant'anni, è un successo. E ottenerlo con lo stesso prodotto lo è ancor di più. Il nostro non è mai stato un semplice esercizio di stile: abbiamo seguito le tendenze senza perdere coerenza. L'arte del movimento è più che mai contemporanea».

Cosa rende speciale il vostro punto di vista?

«Il fatto che lavoriamo sui brevetti. Vedi per esempio i sei del pantalone in jersey Wr.Up che rimodella la silhouette delle donne esaltando il lato b. Ci ha dato una visibilità mondiale, ne abbiamo venduti e ne stiamo vendendo milioni di pezzi».

Quasi come la Coca Cola

«Certo, piace a tutte e a tutte le età, è molto imitato anche se difficilmente imitabile, esprime la nostra esperienza nel mondo dello sport coniugato con la femminilità e lo studio attento dello shape delle donne».

Quali sono le altre invenzioni?

«La nuova scarpa Feline, che risponde alle esigenze di fitness indoor e outdoor, è nata dallo studio dell'impatto del piede sul terreno e dai cuscinetti della zampa del ghepardo che gli consentono velocità e aderenza».

Come è costruita?

«La tomaia è realizzata nell'esclusivo materiale D.I.W.O.® (Dry In Wet Out), traspirante, termoregolante e senza cuciture interne, per un comfort estremo. Il supporto laterale è in tessuto rigido, per mantenere saldo il piede mentre la novità più rivoluzionaria sta nella suola a doppia ammortizzazione: nella parte posteriore il sistema ITS 2.0 permette la fuoriuscita dell'aria quando si tocca il terreno, la parte anteriore in EVA, materiale ultraleggero a bassa densità, che assorbe gli impatti».

L'universo Freddy è molto ricco...

«Fra i nostri best-seller c'è anche D.I.W.O.® CURVE, la giacca outdoor con la zip curva in tessuto poliestere elastan, modello coperto da brevetto. La zip curva con il doppio cursore permette di indossare agevolmente il capo. Questo modello è anche uno dei pezzi di successo della collezione maschile Pro Man costruita secondo i concetti di semplicità, tecnicità e no logo».

Cosa bolle in pentola?

«L'ultima sfida la lanceremo a settembre. Si tratta di riportare la produzione in Italia perché mi preoccupa la situazione in cui versano tanti giovani. Avvieremo una linea di abbigliamento donna made in Italy realizzata con tessuti di altissima tecnologia come il poliestere a base biologica derivato dalla pianta di ricino. Sarà venduta solo via internet e all'estero dove il fatto in Italia ha ancora molto da dire».

Cosa state preparando per Rimini Wellness?

«Lanciamo The Art of Movement, il contest rivolto a singoli, coppie, scuole di danza e gruppi indipendenti che vogliono salire sul palco Freddy e esibirsi davanti al pubblico di Rimini Wellness. Necessario creare la propria coreografia e caricarne il video sulla pagina www.freddy.com/theartofmovement entro il 30 aprile 2017.  Verranno selezionati gli otto lavori più emozionanti e innovativi che accederanno alle semifinali e finali del 2 e 3 giugno. In giuria confermata la presenza di Juri Chechi e di Frédéric Olivieri, direttore della Scuola di Ballo dell'Accademia del Teatro alla Scala».

Lei balla?

«Sono diversamente ballerino. Ballo tutto il giorno in ufficio. Ballo con la fatica di gestire un'azienda che fattura 50 milioni di euro di cui la metà all'estero e che continua a crescere nonostante gli ultimi dieci anni di crisi».

Qual è il suo sport allora?

«Sono un grande camminatore.

Lo faccio almeno 45 minuti al giorno sul lungomare. Semplicemente fantastico!»

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