I milanesi moderati non devono preoccuparsi di Pisapia. Non c’è motivo. Si capisce che è una persona per bene, basta guardarlo in faccia. Ma arriva dalle file di Rifondazione Comunista, cosa che ha sempre rivendicato, e quindi su famiglia, sicurezza, nomadi e centri sociali ha idee precise. Non da moderato. Se dovesse mai approdare a Palazzo Marino farà ciò che deve fare un sindaco, cioè amministrerà la città. O almeno ci proverà. Già perché il punto è tutto qui.Se l’avvocato pare persona ragionevole, meno si può scommettere sulla frangia più schierata del suo elettorato, un fardello che è costretto a portarsi dietro e con cui dovrà fare i conti. Pagherà un dazio salato ai centri sociali, è inevitabile. Non potrà farne a meno. Pagherà il conto ad una cultura che non credo condivida nei suoi aspetti più violenti ma che comunque non ha mai condannato. E sono state parecchie, anche di recente, le occasioni in cui si doveva dire qualcosa, prendere un posizione, schierarsi: dalle okkupazioni con la «kappa» come scrivono gli autonomi, agli insulti nei cortei, alle botte, ai poliziotti ammaccati. E invece nulla. L’avvocato ha svicolato. Perché sa di essere su un crinale pericoloso. Da una parte la necessità di ammiccare al voto moderato,dall’altra quella di non giocarsi una bella fetta del suo elettorato. Ma ora non si può nascondere. È necessario che spieghi da che parte sta.
Se con Daniele Farina, coordinatore provinciale di Sel ed ex portavoce del Leonka, che ieri ha definito il vicesindaco De Corato un «flagello» per i centri sociali e che è arrivato il momento di cambiare rotta. O se con quei tanti milanesi moderati che pochi giorni fa lo hanno votato. E che però sui tetti non ci salgono e potrebbero anche cambiare idea.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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