L’impossibile vecchiaia di un killer spietato

Cormac McCarthy non ha mai creduto al sogno americano. Non è un paese per vecchi (Einaudi, pagg. 251, euro 17) è l’ennesimo pugno che lo scrittore piazza nello stomaco dei lettori. Un western moderno dai toni nerissimi che rimanda a certe storie di Jim Thompson come L’assassino che è in me e Getaway e al cinema violento di Sam Peckinpah di film come Il mucchio selvaggio. E scommettiamo che i fratelli Cohen (che si sono aggiudicati la possibilità di filmare le ossessioni di McCarty) non addolciranno la sua pillola letale.

Nessuno dei protagonisti è un vincente: né lo spietato killer Anton Chigurh (abituato a servirsi di una micidiale pistola ad aria compressa per uccidere le sue vittime), né il reduce del Vietnam Llewelyn Moss (che per una valigetta piena di dollari gioca il suo destino), né lo sceriffo Bell (che ha ricevuto una medaglia per un’azione coraggiosa che non ha mai compiuto). Nessuno di loro è destinato a una tranquilla vecchiaia. Nessuno di loro può varcare il confine fra Texas e Messico senza vendere la propria anima.

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