Come novant’anni fa, una folla commossa accoglie a ogni stazione il treno del Milite Ignoto, che rievoca il trasporto della salma del caduto senza identità della Grande Guerra da Aquileia al Vittoriano di Roma nel 1921. In questi giorni un convoglio sta percorrendo lo stesso itinerario dalla cittadina friulana alla capitale, dove arriverà oggi, atteso alla stazione Termini dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e da quello del consiglio Silvio Berlusconi.
«Come allora - spiega il ministro della Difesa Ignazio La Russa, che ha voluto l’iniziativa - sono tredici le fermate previste, e infinite quelle imposte dalla gente che si mette sui binari per salutare il treno». Treno concepito come una mostra itinerante: tre vagoni ospitano un’esposizione sul Milite ignoto, un quarto è la ricostruzione di quello che trasportava la salma novant’anni fa e un ultimo funge da sala proiezione di documentari e filmati.
Il perché di questa insolito evento viaggiante lo spiega lo stesso La Russa: «Ho parlato con l’organizzatore della mostra statica prevista al Vittoriano e l’ho convinto a trasformarla in un’esposizione itinerante, che sarebbe stata vista da molta più gente. E il progetto è andato in porto grazie alla collaborazione delle Ferrovie dello Stato senza nemmeno un euro sborsato dal ministero della Difesa». Progetto importantissimo, perché «rievoca il momento culmine dell’epopea nazionale. Fu nelle trincee della prima guerra mondiale che lo spirito nazionale si unificò, fu in quel viaggio da troppi storici ignorato che si cementò». E oggi? «In questa fase di crisi bisogna attualizzare il sentimento di coesione nazionale, che è importante quanto 90 anni fa». Per questo La Russa è felice del successo dell’iniziativa, e del fatto che il convoglio è onorato anche dai sindaci del centrosinistra, «a parte la gaffe di Bologna, che non ha portato in stazione il gonfalone.
Ma loro c’erano, quindi non ne farei un caso». Il treno del Milite Ignoto è il culmine delle iniziative di La Russa nel 150° anniversario dell’unità volte a trasformare la Patria in qualcosa di «pop». «Abbiamo lavorato sulle grandi passioni degli italiani: lo sport, che fino a quando la Patria era solo Paese era l’unico veicolo consentito per tirare fuori il tricolore.
Ed ecco quindi la Coppa Italia intitolata al 150°, ecco il ciclismo e la Formula Uno per ricordare l’anniversario. E poi la musica, con la serata del Festival di Sanremo dedicata all’unità. E infine la festa del 17 marzo, voluta da me e dal ministro Giorgia Meloni contro tutto e tutti». Ma festa è stata. E festa continua a essere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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