
Si è concluso con una sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione, il processo a carico di 6 antagonisti accusati di violenza privata per aver lanciato uova a Matteo Salvini durante una visita in via Giambellino a Milano nell'ottobre del 2017. A quanto si è saputo, infatti, il leader della Lega, che si era costituito parte civile nel procedimento, non si è mai presentato in aula per rendere la sua testimonianza. Un passaggio fondamentale per ricostruire la vicenda, ma continuamente rinviato per via dei vari impegni istituzionali del ministro. Dopo circa tre anni di processo, il Tribunale di Milano ha emesso ieri una sentenza di proscioglimento per i 6 ragazzi difesi dai legali Eugenio Losco e Maurizio Straini.
L'episodio era avvenuto durante un'attività di volantinaggio del segretario leghista, quando i ragazzi lo avevano contestato al grido di «Via i fascisti dal quartiere», «razzista» e «coniglio», lanciandogli contro uova a sputando verso di lui. Salvini era impegnato a fare volantinaggio per il referendum per l'autonomia nel quartiere Giambellino. La polizia era intervenuta per evitare lo scontro tra i giovani e i militanti del Carroccio che scortavano Salvini.
Quanto al processo, il 26 giugno 2023 era terminata
l'istruttoria, mancava solo l'audizione del segretario della Lega. Assente Salvini il processo è rimasto fermo e nel frattempo il reato si è prescritto. Se l'impedimento riguarda l'imputato i termini per la prescrizione si fermano.