La Lega: «Per gli stupratori ci vuole la castrazione chimica»

La Lega torna a proporre la castrazione chimica per gli autori di violenze sessuali. Matteo Salvini, capogruppo lumbard in consiglio comunale, presenterà il 14 settembre (prima seduta dopo le vacanze estive) una mozione e ha convocato per il 7 settembre una riunione della commissione sicurezza di cui è presidente. «È un provvedimento che esiste già in altri Paesi d’Europa» spiega Salvini. E aggiunge: «Gli autori di questi atroci delitti sono spesso recidivi e raramente spaventati dal semplice inasprimento di pene». Il progetto è condiviso dal segretario provinciale del Carroccio e assessore al Turismo, Massimiliano Orsatti. «Sono convinto che molti commenti siano negativi solo a causa del nome. In realtà si tratta di una cura ormonale che inibisce le pulsioni sessuali ed è reversibile. Un provvedimento che da solo non basta ma che certamente serve, tanto è vero che è usato in Paesi civilissimi come la Germania e gli Stati Uniti».
L’idea però, nonostante gli appelli di Salvini, non trova fan nel centrodestra. Favorevole è l’assessore alla Salute di An, Carla De Albertis (che ieri è tornata a chiedere anche l'introduzione del reato penale di immigrazione clandestina), ma non il capogruppo del partito. Spiega Carlo Fidanza: «È un istituto estraneo alla grande tradizione e civiltà giuridica italiana. Le misure esistenti sono sufficienti, è importante piuttosto rafforzare il presidio del territorio e garantire certezza della pena anziché ipotizzare scorciatoie brutali. Vogliamo la sicurezza dei cittadini ma senza legge del taglione».
Contraria anche Forza Italia.

«Non è con carnevalate come la castrazione chimica che si risolve il problema. Mi sembra un problema di sicurezza e non una malattia, semmai è una questione di integrazione delle persone che vengono in Italia senza famiglia».

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