Il valore della propria esistenza attraverso il racconto

Nel suo nuovo romanzo “La memoria del cielo”, edito da Rizzoli, la scrittrice Paola Mastrocola ci invita a credere nel potere del raccontarsi

Il valore della propria esistenza attraverso il racconto

La vita, attraverso il racconto di ciò che riguarda il proprio passato, assume un significato e un valore inedito.

Tramite il racconto, infatti, riusciamo a tessere i frammenti che credevamo andati persi in un “tempo remoto” che improvvisamente diventa “tempo presente”. Grazie ai ricordi narrati la vita di una persona si arricchisce di particolari e sfumature che nemmeno credevamo gli appartenessero. La scrittrice Paola Mastrocola, nel suo nuovo romanzo “La memoria del cielo”, edito da Rizzoli, ci ricorda che arrivati ad un certo punto del nostro percorso evolutivo sentiamo l’esigenza di ripercorrere attraverso il racconto ciò che abbiamo vissuto sino ad allora.

È ciò che accade alla protagonista di questo romanzo dalla scrittura intima e delicata che permette al lettore di calarsi a pieno nella storia dell’infanzia di Donata, una bambina dell’Italia degli anni Sessanta che vive in una Torino che è in fase di redenzione e di splendore, in una famiglia ordinaria in cui il padre ha origini abruzzesi. In questa famiglia infatti si vive molto il divario tra Nord e Sud e si perseguono gli ideali e i sogni di una volta come quelli di comprare la famigerata casa di proprietà.

Donata è una bambina molto sensibile e timida che non riesce a socializzare con gli altri e che ama starsene tutta la giornata in compagnia della sua madre sarta perché è convinta di essere venuta al mondo con una missione specifica, quella di rendere felice la sua mamma che conduce una vita sacrificata a lavorare tutto il giorno i vestiti delle “signore di Torino” e che trascorre il mese di agosto dai parenti del marito a Pizzicolle in Abruzzo, in mezzo ad una serie di parenti che non le permettono di riposare ma le affidano innumerevoli lavori di sartoria. Donata ha un rapporto morboso ed empatico con la madre. Non riesce a non soffrire per lei quando le racconta di essere stata maltrattata dalla madre sin da piccola perché si porta addosso il marchio della “figlia non voluta”.

Raccontando episodi emblematici della sua infanzia, Donata traccia i frammenti di vita dei suoi genitori rendendosi conto che i suoi racconti spesso non sono così nitidi come vorrebbe fossero. Si rende conto che la storia della sua infanzia spesso diventa una menzogna perché non è sempre attendibile. Eppure lei sente il bisogno di ripercorrere quella fase della sua esistenza. Non può fare a meno di scavare nel passato per ritrovare nuovi indizi, nuovi frammenti da unire alle tessere del puzzle che imperterrita si accinge a ricomporre.

È fatto di poche cose il passato. Eppure quelle poche cose assumono per noi una consistenza, indelebile e molto solida. Diventano pilastri. È su di loro che poi edifichiamo l’intera costruzione. Se ne stavano lì isolati in mezzo al deserto, quattro pilastri spersi e potevano restare così anche tutta la vita, con noi che giravamo intorno come nulla fosse. E invece ad un certo punto, non so cosa ci prende, ci viene da riempire gli spazi vuoti in mezzo ai pilastri, ed eccoci a posare mattoni, fare colate di cemento, fino a che appare tutto l’edificio. Perché il passato non esiste, si costruisce a ritroso”, scrive Paola Mastrocola ne “La memoria del cielo”. In queste parole rimarca il bisogno che abbiamo di ricostruire il nostro passato perché se non lo facessimo la nostra vita non avrebbe valore e significato.

Quella del potere del racconto è una tematica che accomuna tutta quella affrontata ad arte da Paola Mastrocola. Con questo romanzo ci invita a riflettere sul ruolo del passato e la concezione che ognuno di noi ha del tempo. Ciò che emerge da è che uno dei poteri del raccontarsi è il superamento del concetto stesso del “tempo” perché quando tentiamo di raccontare il nostro passato “tempo presente” e “tempo passato” diventano un tutt’uno e la vita si tramuta in un divenire tutto da esplorare a cui aggiungere frammenti su frammenti che ogni volta arricchiscono la propria storia. È un processo creativo e dinamico e in continua evoluzione. È qualcosa di magico e che vale la pena concretizzare.

“La memoria del cielo” è un romanzo tutto da esplorare e da divorare, nel vero senso della parola. Con questo libro la Mastrocola ha superato sé stessa. La sua scrittura intima ed esistenzialista lascia segni indelebili nella mente dei lettori. La storia di Donata fa sorridere e al tempo stesso riflettere.

Contribuisce a dare un nuovo senso alle nostre esistenze e al bisogno innato di esplorare, porsi domande e narrare il proprio vissuto esperienziale. Un libro che consiglio a chi crede nel potere della vita raccontata che aiuta ad acquisire nuovi significati e consapevolezze che diventano alleate nel proprio percorso evolutivo che è in continuo mutamento e rivisitazione.

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