
Dall'Europa post-democratica al totalitarismo sorridente, dall'uomo algoritmico al consumatore vegano transgender, il filoso francese Michel Onfray, che si definisce post-anarchico, risponde alle nostre domande in questa intervista con il suo stile feroce e radicale. Tra Huxley e Marcuse, La Boétie e Swift, riflette sulla libertà, la tecnica e l'ideologia green, tracciando una diagnosi spietata sulla fine della cultura occidentale.
Nella sua opera ha denunciato il pensiero unico. L'Ue è oggi un Leviatano senza sovranità? Resiste un pensiero libertario?
"Viviamo in un totalitarismo sorridente, più simile al Mondo Nuovo di Huxley che al 1984 di Orwell: non armato, ma fatto di costrizioni silenziose imposte dallo Stato nazional-europeista di Maastricht. Il potere è nelle mani di figure non elette, cooptate in modo opaco. Il libertario rifiuta ogni autorità che non derivi dal suffragio universale diretto.
La guerra in Ucraina ha mostrato la frattura tra volontà strategica europea e istanza morale. Come può l'Europa conciliare giustizia e ragion di Stato mantenendo coerenza filosofica?
"L'Ucraina è da tempo il terreno scelto dai Democratici americani per contrastare la Russia. L'Europa, divenuta uno Stato-nazione imperialista, si è schierata con loro. Con il ritorno di Trump, la trattativa si svolgerà tra lui e Putin, alle condizioni di quest'ultimo, mentre l'Europa guarderà passare il treno della Storia".
Lei descrive epoche decostruite. La fase molecular-economica (crisi, lockdown, agenda verde, digitale) non rischia di annullare la sovranità dell'Io, lasciando un soggetto iper-controllato?
"Viviamo la decomposizione dell'Europa giudaico-cristiana e la ricostruzione degli imperi perduti: Russia ortodossa, Turchia islamica, Cina confuciana-marxista, USA gafamizzati, Europa di Maastricht. Le potenze vogliono individui docili e combattono ogni soggettività ribelle: guerre, prigioni, droghe, farmaci, propaganda e distrazioni digitali a base di zuccheri, serie e videogiochi".
L'Europa è inclusiva o frammentata? Esiste ancora una comunità politica universale?
"Il vivere-insieme è uno slogan da Paese totalitario, che celebra una comunità creolizzata, liberata dai suoi bianchi, dai suoi cattolici, dai suoi maschi, dai suoi carnivori, dai suoi automobilisti, dai suoi eterosessuali. Questo slogan sostiene la creazione di una moltitudine ibrida, mescolata, meticcia, il cui cervello sarebbe chipato dai GAFAM (l'acronimo indica le 5 principali società It occidentali: : Google, Apple, Meta, Amazon eMicrosoft. Ndr) per sostituire il cittadino illuminato con un consumatore vegano transgender saturo di moralina. Questo falso universale è quello di una vera società di uomini unidimensionali e decerebrati".
Lei parla spesso di trasgressione e libertà. Quanto può essere trasgressiva oggi una cultura libertaria, tra algoritmi, norme ESG e compliance morale? Quale gesto intellettuale è ancora davvero libero?
"La trasgressione è l'affermazione di una soggettività davvero ribelle. Non quella tatuata che si sposta in monopattino, con l'auricolare dell'iPhone nell'orecchio, il chip di Neuralink nel cervello, satura di serie e musica a due neuroni, nutrita di manga e fumetti: una falsa soggettività che invoca la Palestina dal fiume (la Senna) al mare (le Planches di Deauville), e si crede libera pur essendo, come una cozza, saldamente ancorata al proprio paletto d'allevamento".
Nel 2025 l'antropologia è definita dagli algoritmi: dalle app biologiche a quelle psicometriche. Che diagnosi filosofica dare di uno sviluppo che trasforma l'uomo in oggetto tecnico?
"Questa è la civiltà che ci attende: cyborg controllati da un'élite che governerà gli algoritmi, alimenterà l'intelligenza artificiale, saturerà i cervelli con chip di Elon Musk e nutrirà i corpi con prodotti clonati: carne metastatizzata, cibi vegani, latte di soia, salsicce vegetariane. Una razza di signori vassallizzerà una razza di schiavi. Questo mondo è già visibile in germe. L'analfabetismo, insegnato dalla scuola per creare la tabula rasa su cui costruire il nuovo Castello di Kafka, prepara il terreno.
I leader europei privilegiano la gestione alla visione. Che giudizio dà?
"Sì, questa mafia ha una visione. Non è né etica né estetica, ma politica: distruggere i popoli, abolire le nazioni, sterminare le identità culturali, per poi imporre un mercato unico composto da consumatori illetterati e ignoranti, condizionati ad alimentare la pauperizzazione capitalista globale: sempre meno ricchi, sempre più ricchi - i profittatori del sistema; sempre più poveri, sempre più numerosi - gli schiavi del sistema, e dunque dei primi".
Come uscire dall'emergenza permanente e recuperare un ethos del quotidiano?
"Il XX secolo ha prodotto l'uomo unidimensionale analizzato da Marcuse. Un solo esempio: tutti i tatuati che si comportano come pecore nel gregge, trasformandosi in muri di vespasiani su cui scrivere i propri graffiti egotici e narcisisti, sono convinti di esprimere così la loro ribellitudine! Proprio mentre fanno i montoni di Panurgo, si credono individui solitari, ai margini del branco! Il filosofo deve denunciare questo tropismo gregario spacciato per apice della personalità".
L'ecologia è urgente: come evitare il totalitarismo morale?
"La cretineria contemporanea ha sostituito il pensiero illuminato con lo slogan dell'urgenza climatica. Questa deriva da una propaganda teorizzata dal filosofo Hans Jonas nel Principio responsabilità, divenuto la bibbia di ecologisti spesso poco competenti in scienza, soprattutto in astrofisica, e convinti di pensare in termini planetari, pur restando provinciali: dimenticano che questo pianeta è parte di un pluriverso, e che i cicli di riscaldamento e raffreddamento dipendono, ad esempio, dal sole, non solo dall'uomo. Jonas, deluso dal fallimento sovietico, ha poi scelto l'euristica della paura: esagerare per angosciare, motivare e mobilitare".
Se l'Europa-2025 è una sala d'attesa per la dissoluzione democratica, quale gesto può riaccendere una libertà individuale
consapevole?"Bisogna mettere in pratica l'invito di La Boétie: Siate decisi a non servire più, ed eccovi liberi. In Swift, è la molteplicità dei piccoli gesti compiuti dai Lillipuziani a finire per sopraffare il gigante Gulliver".