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Torino, Pavia e il Mezzogiorno: le leggende italiane su Cristoforo Colombo

Cristoforo Colombo è un personaggio storico molto amato nel Belpaese. Su di lui fioccano le leggende più disparate che lo consegnano al mito

Statua di Cristoforo Colombo a Genova
Statua di Cristoforo Colombo a Genova
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Cristoforo Colombo è stato un personaggio storico che ha contribuito moltissimo alla conoscenza geografica del pianeta Terra. Basandosi su teorie che risalivano perfino alla Grecia Antica, Colombo, come altri navigatori della sua epoca, tentò di provare che la Terra è sferica - in realtà è un geoide schiacciato ai poli - provò a “buscar el levante por el ponente”, ovvero a viaggiare verso occidente per raggiungere l’oriente. E, come tutti sanno, riuscì nella sua impresa.

Ma oltre a essere un personaggio storico, Cristoforo Colombo è un personaggio ammantato di leggenda. Alcuni miti a lui attribuiti sono retaggio dell’umanità - come il celeberrimo “uovo di Colombo” - e appunto nient’altro che miti. Ma tra le leggende anche l’Italia ricorda Colombo per avvenimenti in qualche modo magici o misteriosi.

Torino

Piazza Castello a Torino

A Torino sotto i portici della prefettura in piazza Castello c’è un altorilievo in bronzo che raffigura proprio Cristoforo Colombo. Fu realizzato da Dino Somà nel 1923, per ricordare l’impegno degli emigrati italiani in America Latina che si arruolarono nella Prima Guerra Mondiale.

Come per i diversi simboli nelle città italiane c’è un’usanza scaramantica legata a questo medaglione: si dice che strofinare il dito mignolo del navigatore porti fortuna. Naturalmente quest’azione non porta a nessun beneficio particolare e purtroppo l’usura ha colpito l’opera d’arte: quindi è anzi altamente sconsigliato toccarlo, se si vuole preservare il bene.

Pavia

Gorgonzola

A Pavia, nella biblioteca universitaria cittadini, è conservato un frammento osseo di Cristoforo Colombo. La reliquia sarebbe legata al fatto che, come scrisse il figlio Ferdinando, il navigatore pare abbia studiato proprio a Pavia.

Nato a Genova, Colombo aveva in realtà ascendenti lombardi: nel 2007 la ricercatrice Natalia Lugli ha infatti incrociato il dna di diverse persone che di cognome facevano o fanno Colombo, tra l’altro tipico della Lombardia.

Secondo una leggenda, Colombo si ritrovò in effetti a Pavia e si recò in una locanda per mangiare. Qui assaggiò vari cibi, chiedendo alla locandiera lumi sulla loro conservazione, in particolare sul gorgonzola, del quale Colombo sarebbe stato ghiotto e ne avrebbe chiesto la ricetta.

Sud Italia

Statua di Cristoforo Colombo a Rapallo
Statua di Cristoforo Colombo a Rapallo

C’è una leggenda che lega Colombo a un’usanza molto nota in alcune zone del Sud Italia, in particolare Calabria e Sicilia. Si tratta del cosiddetto “Cur’i Zifune”, ovvero una credenza per sedare gli uragani.

Pare infatti che durante una spedizione successiva alla scoperta dell’America, nel 1494, Colombo si trovasse nel mezzo di una tromba d’aria al largo delle attuali Bahamas. Brandendo un coltello, agitandolo come a tagliare l’aria e recitando preghiere, si crede che Colombo abbia messo fine al maltempo che rischiava di compromettere la missione, che avrebbe causato tra l’altro la morte dell’equipaggio.

Ma come mai Colombo, che era nato a Genova, conosceva questa usanza? Le ipotesi sono molteplici: in primis i suoi rapporti con la Spagna, presente in Sicilia già nel XIII secolo. Inoltre nella prima spedizione di Colombo c’era nell’equipaggio un pescatore meridionale, Antonio Calabrés, che potrebbe aver tramandato la credenza.

Infine, al corrente del “Cur’i Zifune”, erano anche i frati dell’Ordine dei Minimi di san Francesco di Paola: alcuni tra questi frati furono nella seconda spedizione di Colombo e rappresentavano il retaggio di un santo particolarmente benefico verso pescatori e navigatori.

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