Negozi di abbigliamento, macellerie, bar, minimarket, panetterie: intorno al Ramadan ruota un mondo di affari, che genera introiti enormi. A calcolare il giro di denaro legato ai festeggiamenti musulmani per la conclusione del periodo di digiuno (la festa di chiusura è fissata per venerdì 10 settembre) è la Camera di Commercio, che conta 1.500 ditte con titolare musulmano direttamente impegnate per questa occasione.
Superano invece le 2.300 se si considera anche la provincia di Milano. Vendono abbigliamento e calzature (890 ambulanti e 50 negozi al dettaglio a Milano città, 1.304 ambulanti e 71 negozi con la provincia), producono e commerciano pane e dolci (28 imprese individuali in città, 48 con la provincia), sono titolari di ristoranti (249 nel comune, 475 con la provincia) e macellerie (41 a Milano, 66 con la provincia ), vendono alimentari (101 ambulanti nel comune, 147 con la provincia) e gestiscono bar (85 a Milano e 118 in provincia).
Sfogliando il registro delle imprese depositato alla Camera di Commercio, è anche possibile ricostruire una mini mappa che identifica le zone in cui si concentrano le attività gestite da egiziani o marocchini. Queste imprese a Milano città si concentrano soprattutto attorno a via Padova e via Pasteur, con 186 ditte. Forte presenza anche nella zona di piazzale Loreto e viale Abruzzi con 92 esercizi e piazza Greco, viale Lunigiana e Zara con 88 aziende. Al quarto posto larea di piazzale Lotto con 76 attività seguita dalla zona Inganni-Primaticcio con 62.
Il mondo dei musulmani a Milano costituisce una sorta di città nella città ma, in base ai dati, risulta sempre più forte linteresse dei milanesi per liniziativa: per esempio, il 7% degli imprenditori locali partecipa o riconosce la festività del Ramadan mentre quasi l8% ritiene necessaria la presenza di centri daggregazione tra cittadini italiani e stranieri.
Se si considerano tutti i settori, in totale sono quasi 11mila le cariche di imprenditori provenienti dai principali Paesi a maggioranza musulmana presenti a Milano città, quasi 16mila con la provincia. E rappresentano quasi un terzo di tutte le cariche detenute da stranieri. I più presenti gli egiziani, seguono i marocchini e i bengalesi. La crescita più elevata in un anno la fanno registrare invece gli iracheni con +17,4%.
Entrando nel dettaglio dei numeri, si scopre che il maggior numero di attività (890) riguarda ambulanti tessili. Al secondo posto, con 2c50 locali, ci sono i ristoranti etnici. Le macellerie islamiche sono una quarantina, i minimarket meno di cinquanta. È possibile anche stendere una classifica dei paesi musulmani maggiormente rappresentati e radicati a Milano: al primo posto si piazza lEgitto, seguito da Marocco, Turchia e Libia. Ma cè anche una buona rappresentanza di Senegal, Giordania, Somalia, Siria e Algeria.
In occasione della fine del digiuno, la comunità islamica comincia i festeggiamenti e cono già in corso i preparativi per rispettare la tradizione. La microeconomia dei negozi tipici risentirà positivamente dellevento. Anche grazie al contributo e alla curiosità dei milanesi: uno du dieci dichiara di essere interessato alla festa.
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