La toga rossa salva il violento espulso

La giudice Albano comprensiva con l’africano che ha minacciato la figlia della Meloni

Il giudice Silvia Albano
Il giudice Silvia Albano
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Lui è un immigrato camerunense. Lei è una giudice del tribunale di Roma, presidente della corrente più politicizzata delle toghe: Magistratura democratica.

Per capirci: sinistra pura e dura. Lui si chiama Ibii Ngawang, 27 anni, giocatore di calcio. Lei si chiama Silvia Albano. Ngawang nel giorno di Pasqua ha girato un video davanti alla questura di Macerata pieno di volgarità e nel quale minacciava la presidente Meloni e anche la sua bambina Ginevra di nove anni. La giudice Albano ha sospeso il provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale perché Ngawang non avrebbe fatto niente di male. Sono i due protagonisti principali di questa vicenda assurda. Altri protagonisti sono il Ministro Salvini, il ministro Piantedosi, e un’altra giudice, Alessandra Filoni, Giudice della sezione civile del tribunale di Ancona.

Ecco qui la cronaca. Nel video incriminato, il giovane Ibii, dopo aver preso in giro il ministro Salvini, pronuncia queste parole: «Melo’, ho saputo che hai una bella figlia... Io sono negro, bello e figo, con mio fratello bello e figo, mangiamo gratis, dormiamo gratis, non paghiamo l’affitto e poi scop... le ragazze italiane». Il video finisce sulla scrivania di Salvini che denuncia sui social con un breve commento: «Ci mancava solo questo idiota». Il giorno dopo il Ministro Piantedosi, sentito il Prefetto, dispone l'espulsione del camerunense. E la società sportiva che l’aveva sotto contratto, (la Cluentina) interrompe i rapporti con lui, cioè lo licenzia. A seguito dell’espulsione, il questore di Macerata dispone l’accompagnamento alla frontiera del camerunense. La giudice Alessandra Filoni, tuttavia non convalida il provvedimento del questore, cioè sostiene che non è legittimo perché mancano i requisiti di urgenza che giustificano l’esecuzione immediata dell’accompagnamento alla frontiera. Stabilendo in questo modo il principio che indirizzare un messaggio a una bambina di nove anni dichiarandosi fuorilegge e annunciando di essere specializzato nel fare sesso con ragazze italiane (consenzienti o no, si immagina) è un gesto che non ha niente di pericoloso. Ossia che non ravvede la pericolosità sociale del soggetto. Contro il provvedimento di espulsione di Piantedosi ricorre il camerunense e il ricorso arriva al tribunale di Roma.

La decisione a questo punto spetta al giudice della sezione immigrazione del tribunale di Roma.

Si tratta di Silvia Albano, che oltre ad essere una punta di lancia delle toghe rosse è la giudice che qualche mese fa firmò la prima sentenza che bloccava il trasferimento dei clandestini in Albania. È una vecchia conoscenza delle cronache di politica giudiziaria. E ha una lunga storia politica.

C’è una foto di qualche decennio fa che la ritrae ad Ariccia, nella sede della scuola sindacale della Cgil, assieme a un gruppo di ragazzi della Fgci (l’organizzazione giovanile del partito comunista) insieme a Gianni Cuperlo, Stefania Pezzopane e altri futuri alti dirigenti del Pd.

La notizia di ieri è che la giudice Albano ha fissato l'udienza per discutere il ricorso al prossimo 23 dicembre, ha disposto la sospensione del decreto di espulsione, e nel motivare la sospensione ha già emesso la sentenza definitiva. Nel decreto con il quale fissa l’udienza a Natale (quindi con probabile rinvio), scrive esattamente così: «Non può evincersi che lo straniero, figlio di cittadino italiano, abbia avuto comportamenti che costituiscano una minaccia concreta effettiva e sufficientemente grave ai diritti fondamentali della persona o alla incolumità pubblica...

tenuto conto che lo straniero è regolarmente residente in Italia da quando era minorenne, convive col padre italiano, non risulta avere alcun precedente penale ed è giocatore di calcio professionista ricevendo una regolare retribuzione».

Che tradotto significa: minacciare una ragazzina di nove anni non è una cosa grave (se questa bambina è figlia del Presidente del Consiglio, e se il minacciatore è straniero).

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