Milan-Cassano: cresce l'attesa Intanto la Roma fa più paura

Berlusconi da Bruxelles: "Ci siamo quasi". Bisogna però trovare l’accordo sui soldi per il Real. E Ronaldinho resta fino a giugno

Milan-Cassano: cresce l'attesa 
Intanto la Roma fa più paura

nostro inviato a Milanello

Il Tottenham può attendere. «Sarà un bel match» detta Silvio Berlusconi da Bruxelles, informato al volo dell’esito del sorteggio. «Dei rivali di prima fascia è uno dei più abbordabili» gli fa eco da Milanello Massimiliano Allegri con sincerità da segnalare. É andata bene. Mancano quasi due mesi però e la pratica può tornare nel cassetto. Meglio dedicarsi all’attualità strettissima che fa rima con l’arrivo della Roma ma si chiama ancora e sempre Antonio Cassano. Il primo a intervenire sull’argomento è Adriano Galliani per fare il punto, fino al dettaglio, sulla trattativa. «La trattativa è tutt’altro che conclusa ma solo ben avviata. Il Milan è disponibile a prendere il giocatore, la Samp a cederlo, il giocatore a muoversi: il problema sono i 5 milioni di euro da versare al Real Madrid. Chi li sborsa? Il Milan no: se Perez non scenderà dalle sue pretese e se non troveremo un accordo con Samp e Cassano, la trattativa non si concluderà».
Questo è il messaggio ai naviganti del vice-presidente esecutivo del Milan. Che non significa certo l’arrivo di una tempesta di neve sul negoziato ma lascia spazio a un concordato. Secondo alcuni addetti ai lavori, può risolversi così: il Real, su pressione della Samp, scende da 5 a 4 le sue pretese, Cassano sacrifica 1,5 milioni del suo stipendio triennale (rinuncia a 500 mila euro netti l’anno sui 2,5 pattuiti) e la differenza, 2,5 milioni viene coperta dal Milan.
Sempre da Bruxelles, il gesto di Silvio Berlusconi (agita la mano come per dire «ci siamo quasi») è il bollo notarile all’operazione che non prevede la partenza di Ronaldinho. «Io voglio molto bene al brasiliano» ripete il presidente Berlusconi mentre Galliani spiega che l’arrivo di uno, il barese, non esclude l’altro, anche perché il primo non può partecipare alla Champions. «Eravamo cinque attaccanti con Pippo, restiamo cinque con Cassano» la spiegazione che sembra allontanare verso giugno l’appuntamento con l’addio al Gaucho. Suo fratello agente, Roberto de Assis, nel frattempo, comincia a costruire un bel ponte verso il Brasile. «L’offerta del Palmeiras ci lusinga» è il suo giudizio che vuol dire: quello è lo sbocco previsto dopo aver chiuso a Milanello la stagione, magari con qualche trofeo in bacheca. «Finchè non vinco qualcosa non lascio il Milan» la frase di Ronaldinho è diventato una sorta di disco. E persino Allegri, dopo il colloquio di ieri mattina con Galliani, è il primo a tenere Ronaldinho dentro il recinto rossonero, nonostante sia prevista per stasera, contro la Roma, la nona panchina consecutiva. Piuttosto è la frase dedicata al Pibe di Bari la più piccante, che fa capire al giovanotto come deve comportarsi per riscuotere il gradimento dei berlusconiani. «A me fanno piacere i nuovi arrivi, uno o due che siano, specie se sono funzionali al Milan, come testa e come tecnica» la stoccata che è una lettera aperta indirizzata al domicilio genovese di Cassano. Se arriva da queste parti, la musica deve cambiare.
Se stasera il Milan non dovesse chiudere il 2010 con un successo, Cassano potrebbe diventare subito agli occhi di critica e pubblico la distrazione fatale. Perciò ieri Allegri, sull’argomento, è stato molto perentorio. «Gradirei andare in vacanza con un buon risultato» il virgolettato ma il senso crudo era ben altro: non fatemi girare i pianeti come contro l’Ajax. D’altro canto il Milan non è nuovo ad amnesie improvvise. Ci fu un periodo in cui Galliani fu quasi costretto a minacciare, come punizione, lo spostamento dell’inizio delle vacanze per ottenere un pizzico di concentrazione in più da parte dei suoi, di questi tempi con i viaggi e le prenotazioni in testa. Anche perchè il rivale è di quelli che hanno reso difficile la vita ai milanisti.

Due anni prima rovinarono la festa di Paolo Maldini, nell’ottobre del 2009 rischiarono di mettere in crisi il rapporto tra Leonardo e il club, il rigore di Dinho e il gol di Pato ribaltarono il vantaggio di Menez. «Se ci batte, la Roma rientra nel giro scudetto» è la secca previsione di Allegri.

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