La "bomba" dell'accoglienza pronta a esplodere

Fidanza, FdI: "Secondo la circolare Minniti dovrebbero esserci 12 ospiti, invece sono 126"

La "bomba" dell'accoglienza pronta a esplodere

Secondo la circolare Minniti dovrebbero essere 12, invece sono 126. Carlo Fidanza, deputato di Fratelli d'Italia, è appena uscito dal Centro di accoglienza di San Zenone e commenta con una punta di amara ironia: «È stata quasi più difficile per un parlamentare della Repubblica la trafila per poter ispezionare questo luogo di quella prevista per i migranti». Dopo dieci giorni di attesa all'interno ha trovato appunto 126 ospiti su una capienza massima di 149, però secondo le direttive dell'ex ministro dell'Interno dovrebbero essere molti meno. Invece sono dieci volte tanto, «in gran parte sono in attesa del secondo grado di giudizio della commissione prefettizia perchè in prima istanza gli è stata negato il diritto di asilo - spiega Fidanza - l'80 per cento sono musulmani, maschi tra i 25 e i 35 anni, che provengono dall'Africa subsahariana dove non ci sono guerre, per questo chiedono la protezione umanitaria». Di solito chi la chiede racconta di dispute per terreni agricoli o affini in seguito alle quali è stato ustionato con olio bollente, o di aver subito altre violenze. Episodi che metterebbero a rischio la sua vita se tornasse nella terra d'origine. La soluzione a questi casi è un'anomalia del diritto tutta italiana, pensata proprio per tutelare chi non ha diritto alle normali forme d'asilo, che però crea degli scompensi del sistema: «Praticamente gli stiamo pagando gli avvocati per intasare il nostro sistema giudiziario - prova a semplificare Fidanza - perchè i legali fornitigli dalla fondazione che gestisce il Cas vengono pagati dal gratuito patrocinio: siccome però non hanno diritto all'asilo si creano una serie di ricorsi che intasano i nostri tribunali; anche per questo motivo torniamo a chiedere al ministro dell'Interno Matteo Salvini di mettere mano a questa formula dell'accoglienza umanitaria e al sistema nel suo complesso che costa alle casse pubbliche cinque miliardi di euro all'anno».

Il problema è anche un altro esito a cui conduce questa procedura burocratica: quando i richiedenti perdono anche il secondo grado di giudizio «diventano degli zombie, clandestini di fatto che uscendo dal circuito dell'accoglienza si disperdono sul territorio» conclude il parlamentare. La quota di immigrati che usufruisce della protezione umanitaria è comunque importante: sul 40 per cento di richieste accettate per tutti i tipi di asilo, è del 25 la quota di questa inventata dagli italiani.

«Il centro di accoglienza si trova a ridosso della via Emilia e gli ospiti si muovono sull'intero territorio del su-est milanese, dove bivaccano causando spesso l'intervento delle forze dell'ordine - afferma Fabio Raimondo, coordinatore provinciale di FdI - è un sistema che scarica sui comuni le incapacità di gestire questa emergenza». L'intervento di Raimondo non è casuale: negli ultimi mesi per due volte gli ospiti del Cas hanno occupato la provinciale bloccando la circolazione per protestare per le mancate regolarizzazioni.

E a marzo è rimasto nella cronaca un operatore finito poi in coma in seguito ad un'aggressione da parte di un richiedente asilo. Il violento è ora in galera, ma anche l'aggredito è ancora in un letto di ospedale senza molte speranze di uscirne.

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