Certo: a Milano non ci sono solo furti in appartamento o scippi e rapine. Ma questi reati - il prefetto Renato Saccone ne è consapevole - sono del genere che più dà preoccupazione alle persone e ai milanesi in particolare. «Perché in Lombardia il rapporto con la casa è molto stretto - spiega Saccone - E mentre i primi minano la sicurezza tra le mura domestiche, gli altri destabilizzano la vita di tutti i giorni».
Un'esistenza scandita da tali crimini si potrebbe definire «vivere male». Se non che le cifre sulla criminalità nella città metropolitana di Milano parlano chiaramente di un tran tran di illeciti più che accettabile, addirittura confortante se proiettato in avanti, per una metropoli come la nostra. Dove, assicura ancora il prefetto, «la propensione della gente a denunciare è buona, anche perché la quantità dei beni assicurati è alta». Così, se nei primi dieci mesi del 2019, sempre in base alle denunce, i furti in appartamento in città sono diminuiti addirittura del 18,03% rispetto all'anno prima e scippi e rapine si sono abbassati entrambi del 9%, la riduzione complessiva dei reati in questo lasso di tempo tra Milano e provincia (la cosiddetta «città metropolitana») si attesta su una percentuale impossibile da trascurare, ma che lascia molto perplessi i non pochi milanesi che continuano a sentirsi insicuri, meno 4,76%. Una proporzione che quasi quadruplica diventando un corposo e accattivante meno 16.24% se paragonata al 2014. È così - cioè rapportati al 2018, ma anche a ben sei anni fa - che i dati sono stati presentati ieri a palazzo Diotti. Con il prefetto accompagnato dal questore Sergio Bracco, dal comandante provinciale dei carabinieri Luca De Marchis e dal comandante provinciale della guardia di finanza Stefano De Braco. Tutti concordi nel definire la strategia della sicurezza a Milano «vincente». «I dati servono soprattutto a chi, come noi, si occupa di sicurezza, per capire se la strada tracciata è quella giusta» precisa il prefetto.
Saccone si dice enormemente preoccupato per le truffe e le frodi informatiche, aumentate quasi dell'8% in provincia e di oltre il 16,50% a Milano città. «Lavoriamo molto sulla prevenzione e sugli anziani, sulla conoscenza delle misure che possono mettere in atto per difendersi dai truffatori. La vittima può evitare di diventare tale anche se il reato si è diffuso molto anche in provincia dove c'è una campagna messa in atto dalle forze dell'ordine e dalle polizie locali. Io stesso a breve andrò a Paderno Dugnano proprio a parlare di questo, ma iniziative in tal senso sono programmate in circa 40 comuni dell'hinterland».
Altri numeri con il segno più davanti riguardano i danneggiamenti, ovvero i vandalismi (più 7,58% nella città metropolitana, più 5.25% a Milano). Per quel che riguarda le violenze di genere e in particolare quelle sessuali (meno 18,45% tra Milano e provincia) Saccone parla della «sensazione» di un aumento delle denunce per stalking e per maltrattamenti. Mentre chiede di considerare la lotta all'inquinamento all'economia legale, quindi contro la criminalità organizzata, non da un dato numerico, perché non ci sono denunce, bensì dalle attività di polizia giudiziarie e dalle misure patrimoniali e interdittive nei confronti dei malavitosi e delle loro famiglie. «La criminalità quanto più è strutturata tanto più ha interesse a mantenere bassa l'attenzione su di sé» spiega il generale De Braco.
Tanto a Milano è stato fatto, anche e soprattutto sul fronte del recupero e dell'avvio a un percorso di riabilitazione, in punti nevralgici di spaccio e degrado come il bosco di Rogoredo e il parco delle Groane.
Tuttavia Saccone non nasconde che la vera «criticità» - ormai piaga mondiale in continua espansione per il proliferare di nuove e terribili sostanze - restano i reati legati agli stupefacenti che superano e non di poco la percentuale già importante del più 8% (più 30,65% negli ultimi cinque anni).
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