Caravaggio, Manet, Kandinskij, Andy Warhol, Keith Haring, Santiago Sierra, e ancora l'antico Egitto, l'arte africana, il rigore neoclassico di Andrea Appiani, il realismo magico di Frida Kahlo e poi Dürer, Dalì, Carrà, De Chirico e Picasso. Vi pare troppo? Il fatto è che non siamo avvezzi a una programmazione culturale dotata di respiro. Biennale, ad esempio. Per la prima volta infatti Milano riflette sul calendario culturale delle mostre per il quale, su una produzione che si aggira sui venti milioni totali, l'investimento pubblico è sotto il milione di euro e il resto viene coperto dalle imprese private che gestiscono le singole mostre finalmente con maggiore progettualità. Sorride il sindaco Beppe Sale per l'aumento di turisti (novembre e dicembre hanno fatto registrare +20% rispetto gli stessi mesi del 2015) e sorride anche l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno perché può inanellare sul tavolo una stagione di peso, come si dice in gergo. Si comincia con la street-art di Keith Haring a Palazzo Reale, si procede con Manet un marchio che è una garanzia di successo per continuare con Kandinskij al Mudec, riletto alla luce del suo rapporto con la cultura popolare russa. La visita in marzo del Santo Padre ha suggerito una mostra su Arte e spiritualità in Italia, con molte opere in arrivo dai musei Vaticani, un'indagine sulla fortuna iconografica del Cenacolo al Castello Sforzesco e una Ultima Cena contemporanea, la Sixty Last Supper by Andy Warhol, in collaborazione con la Gagosian Gallery al museo del 900. E, a proposito di Leonardo, il direttore del Castello Claudio Salsi è già al lavoro per una grande mostra per il 500 anni della morte del Da Vinci, nel 2019.
La gemma del calendario dell'arte milanese è senza dubbio la monografica su Caravaggio in agenda il prossimo autunno, ma non mancano interessanti progetti di arte contemporanea: oltre a una art week in concomitanza di MiArt che promette di coinvolgere musei e gallerie, mostre come quella dell'irriverente spagnolo Santiago Sierra («Mea Culpa», al Pac dal 29 marzo), di ConiglioViola al museo Francesco Messina e di Luca Vitone, sempre al Pac. Spazio all'arte milanese, con personali dedicate in vari musei civici ad Amalia Del Ponte, Gio Ponti, Giancarlo Vitali, Vittorio Gregotti e Vincenzo Agnetti ma anche all'esotico: al Pac va di scena a giugno l'arte africana contemporanea, al Mudec a settembre ci sarà quella antica dei faraoni.
Assente (giustificata) la fotografia: con Palazzo della Ragione momentaneamente fuori uso causa lavori di ristrutturazione dopo il crollo di calcinacci, bisognerà aspettare «FotoWeek», a inizio giugno, per celebrare adeguatamente l'arte dell'obbiettivo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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