Troppo facile dichiarare sull'onda dell'indignazione e dell'entusiasmo «Ho deciso di entrare in polizia dopo la strage di Capaci». Ilenia Romano, classe 1978, vicequestore aggiunto, nata a Milano da una famiglia di origini campane, laureata in giurisprudenza e un tempo decisissima a fare il magistrato, dopo la morte di Giovanni Falcone, della moglie e della scorta per mano della mafia quell'indimenticabile 23 maggio 1992, si buttò anima e corpo sui libri per vincere il concorso per funzionari di polizia. Che passò al primo colpo. Dopo due anni di corso a Roma, scelse come destinazione proprio la città evitata da molti, Palermo. «La prima esperienza, che durò un anno fu fondamentale, quella delle Volanti - spiega la Romano, ora al vertice del commissariato milanese «Città Studi» di via Cadamosto 4 - In quella grande questura si lavora tantissimo perché a Palermo e provincia ci sono intere zone e località dove la presenza dello Stato non è proprio avvertita e si formano realtà anarchiche, costituite da soggetti che si vogliono staccare dalle istituzioni e gestirsi con regole a parte. Ci sono quartieri - piccole realtà - ad altissimo profilo criminale. E dove le forze dell'ordine sono così prese di mira che vengono addirittura lanciati degli elettrodomestici dalle finestre!».
Oltre ad affrontare con i colleghi questo genere di situazioni, la Romano ho fatto anche molto ordine pubblico perché a Palermo si lavora sull'emergenza. «Ad esempio ci sono molti problemi di occupazione, di lavoro. E e conseguentemente parecchie proteste. Oppure se l'immondizia non viene raccolta, qualcuno che la brucia c'è sempre».
EFFICIENZA E ORGANIZZAZIONE
Un bel salto da Palermo a Milano... «Si tratta di due grandi cuori con problemi differenti - sottolinea la funzionaria - L'esperienza milanese all'Upg (l'Ufficio prevenzione generale che dirige anche le volanti e dove Ilenia Romano ha lavorato come prima esperienza meneghina, ndr) credo mi abbia molto formata e che pochi uffici dello stesso tipo possano eguagliarne l'efficienza. Qui al commissariato «Città Studi» il personale è costituito da 51 poliziotti che sorvegliano 2,5 chilometri quadrati di territorio, in cui vivono oltre quattromila persone. Il cittadino in questa zona, quella molto signorile di Porta Venezia e dintorni, mostra una fiducia consolidata nella polizia: si rivolgono a noi per qualunque problema, anche di carattere personale».
NEGOZI E FURTI
I cosiddetti «reati predatori», come le piccole rapine e i borseggi, non potevano che essere molti, viste le grandi catene, soprattutto straniere, che hanno allestito in corso Buenos Aires i loro punti vendita più grandi. «Sì, i borseggi sono molti - ammette la Romano -, in questi grandi negozi s'infilano decine e decine di persone alla volta, tanto che per la stessa security pagata dai negozianti è impensabile bloccare piccoli rapinatori e ladruncoli, perlopiù di generi di abbigliamento. I borseggiatori, invece, prediligono i fast food, la folla distratta anche proprio all'interno dei megastore».
E i furti in appartamento? La zona è prestigiosa. «La percentuale non è alta... Abbiamo avuto due grossi episodi, con ingenti bottini, in viale Piave e in viale Regina Giovanna. Molto battute dai ladri sono piazzale Lavater, via Fucini (zona viale Romagna), piazzale Piola, via Pacini - ricorda Ilenia Romano - Abbiamo anche diverse catene di grandi alberghi in zona che controlliamo spesso, come non lasciamo scampo alle bische clandestine. Così studiamo a fondo il territorio per comprendere sempre di più quale sia la mappa calda dei reati».
DONNE IN PERICOLO
«In questa zona, come fenomeno assolutamente trasversale a tutte le fasce sociali, sono in aumento le violenze sulle donne tra le mura domestiche e i maltrattamenti in famiglia in genere - spiega - Anche in famiglie molto abbienti le donne hanno difficoltà ad accedere al conto corrente familiare se non ricorrendo al benestare del marito. Così accade che molte mogli e madri di famiglia siano oggetto anche di vere e proprie violenze psicologiche». E ci indica i fascicoli relativi a questi reati. «Sono oltre 200 l'anno».
PREVENZIONE ANTITERRORISMO
E nell'ottica della prevenzione antiterrorismo e del contrasto ai clandestini? Tutti i commissariati sono coinvolti in questo periodo «caldo».
«Sono stati intensificati i controlli degli avventori di piccoli alberghi di basso livello - in via Lulli, piazza Aspromonte e via Vallazze - in cui l'attività si è tradotta nell'arresto di
persone colpite da ordini di cattura o possessori di documenti contraffatti che spesso utilizzano le camere d'albergo come di depositi di materiale ricettato o di prodotti con marchi contraffatti» conclude Ilenia Romano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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