I giudici della Corte dei conti sono famosi per la giusta pignoleria con cui chiedono a corrotti e spreconi di risarcire i danni arrecati alle casse dello Stato. Stavolta si sono dimostrati altrettanto pignoli nel tutelare il proprio portafoglio, litigando proprio con lo Stato. Così si sono rivolti ai loro colleghi giudici del Tar. I quali giovedì scorso hanno emesso la loro sentenza e gli hanno dato ragione in pieno. Così nelle buste paga, già sostanziose, i magistrati contabili troveranno prossimamente un gruzzoletto in più.
La decisione nasce dal ricorso presentato collettivamente da 19 giudici della sezione lombarda della Corte dei conti, con in testa il presidente della sezione Nicola Mastropasqua, contro il blocco degli aumenti salariali dei magistrati deciso nel 2010 dal governo Berlusconi. Contro quei taglia la magistratura italiana si era ribellata in blocco, e aveva ottenuto che la Corte costituzionale abrogasse la legge berlusconiana: mettere i giudici in difficoltà economiche, aveva detto la Consulta, vuol dire mettere in pericolo la loro indipendenza. Così nel 2012 il governo aveva dovuto varare una nuova legge per ridare a tutti i giudici italiani gli aumenti e pure gli arretrati.
I 19 giudici lombardi della Corte dei conti nel frattempo si erano rivolti anche al Tar.
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