«Difficile, ma il mio quartiere è vivo e cambiato»

Iezzi: «Si è investito molto, ora siamo abbandonati. Tornano i clan? Le case sono il problema»

Alberto Giannoni

Igor Iezzi, candidato presidente del municipio 8, oggi consigliere, lei Quarto Oggiaro la conosce bene, è sorpreso che il capo della Polizia l'abbia citato fra i quartieri più a rischio?

«Quarto Oggiaro è pieno di associazioni, di volontariato. Ha problematiche che si trascinano da decenni, certo, è un quartiere difficile, periferico e ultimamente è stato abbandonato, ma sinceramente rispetto ad altre periferie non è così allarmante, per me ci sono altre che andrebbero attenzionate maggiormente».

Una fama immeritata dunque?

«Non dico questo. Non sono passati molti anni da quando nel giro di qualche giorno sono stati uccisi due fratelli, però non possiamo dimenticare che, soprattutto con le giunte di centrodestra, si è molto investito. Tanti lavori, il commissariato di polizia che negli anni ha lavorato tantissimo con operazioni incredibili. Il quartiere è stato problematico e quando ero piccolo era difficile uscire di casa perché si sparava, ora non è più così, molto è cambiato, anche la criminalità è cambiata. Ma il marchio rimane».

Si teme un'ondata di ritorni di vecchi boss giunti a fine pena in carcere.

«È un allarme da tenere in considerazioni, anche perché purtroppo le patrie galere difficilmente producono riabilitazione. Il problema è quello delle case popolari, colonizzate da clan mafiosi. Bisogna intervenire e non è facile, perché a livello normativo non si sa quali strumenti Aler possa mettere in campo. Abbiamo visto boss messi ai domiciliari nelle case popolari. È una situazione che andrà verificata con le forze di polizia, non basta il vigile con la bici insomma. Si parlato dell'esercito e non mi scandalizzerebbe vedere una camionetta da queste parti. Il problema è far tornare centrali le periferie. Se si lasciano al degrado, la criminalità spadroneggia».

Per questo parla di abbandono?

«Negli ultimi anni niente di significativo è stato fatto, anzi si sono sommati i problemi, per esempio quello dei migranti, con il centro di via Aldini (mai chiuso nonostante le promesse) il dormitorio di via Mambretti e la Montello che, dicevano avrebbe alleggerito il peso sugli altri e non lo farà.

Altro esempio di disattenzione la chiusura di una scuola in via Trilussa, vecchio prefabbricato sì, ma hanno deciso di abbatterla senza farne un'altra, forse un palazzetto dello sport. E anche con la chiusura dei presidi dei vigili occorre cautela. Va fatta bene. Vedendo come usano i vigili urbani, io temo che aumenteranno le multe invece della sicurezza».

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