Si muovevano in branco, partendo dalla stazione del metrò di Porta Genova, lungo la linea verde. Ma dai filmati che li immortalano mentre prendono a calci e pugni gli arredi della metropolitana, prima sulla banchina e poi sui convogli - con danni da decine di migliaia di euro per Atm che ora si trova con 2 treni distrutti e fuori uso - in molti tra loro sembrano non conoscersi nemmeno. Li unisce e li anima, pare evidente, una sorta di malanimo, di rancore. Che li spinge a scagliarsi all'improvviso e con una violenza inaudita, contro cose e oggetti di pubblica utilità (ma fortunatamente mai contro le persone) per poi, ad esempio, incrociare serissimi le braccia o correre ridendo insieme, incitando gli altri a continuare l'«opera», oppure facendo finta di niente.
«No, non abbiamo catturato Totò Riina, ma con queste azioni di prevenzione e repressione cerchiamo di contrastare l'insicurezza urbana» puntualizza Maria José Falcicchia che dirige l'Ufficio prevenzione generale (Upg) della questura di Milano da cui dipendono anche i poliziotti della Polmetro. Sono stati questi poliziotti - un'eccellenza tutta milanese, 20 uomini e donne diventati 38 dall'inaugurazione della linea 5 poco prima di Expo - che hanno identificato molti dei 39 giovanissimi vandali. Ragazzi e ragazze tutti minori, eccetto uno e tutti incensurati. Ancora non sanno (come del resto i loro genitori) che l'inchiesta silenziosa portata avanti dagli investigatori del metrò ha portato all'iscrizione come indagati di tre di loro, tre maschi e una ragazzina di 15 anni, oltre a un giovane di 19 anni. «Le denunce però potrebbero aumentare nei prossimi giorni - precisa Falcicchia - potrebbero aumentare nei prossimi giorni perché si sta valutando la posizione di alcuni dei giovani identificati».
I reati per cui si procede sono danneggiamento aggravato e interruzione di pubblico servizio per aver disastrato la linea verde della metropolitana tra le fermate Porta Genova e Vimodrone. La prima volta il 24 dicembre, la seconda la notte tra il 6 e il 7 gennaio. Episodi analoghi per modalità e tempistica: ad esempio la scelta di vandalizzare l'ultimo treno. Reati registrati dalle telecamere di sicurezza installate nelle fermate e sui treni. A coordinare l'inchiesta la procura presso il tribunale per i minorenni.
Noia? Totale assenza di senso civico? Speculazioni di psicologia spiccia non interessano gli investigatori.
Certo risulta difficile comprendere altrimenti il motivo che ha spinto un quarantina di ragazzini - che frequentano tutti scuole di vario genere e appartenenti a famiglie - a provocare l'interruzione del servizio della metro per ben 70 minuti, con tutto quello che ne consegue.
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