«Ecco perché quei ragazzi diventano criminali»

Vidal Isaac Silva: «Crescono soli e arrivano già grandi in una realtà che non capiscono»

«Prima di tutto una precisazione: non tutti i gruppi di giovani sudamericani sono gang». Vidal Silva, consigliere municipale di Forza Italia nel municipio 4, ci tiene a sottolineare un punto che spesso è all'origine di paure e ansie dei cittadini italiani. Lui, arrivato in Italia dal Perù nel 1989, conosce bene il problema delle gang giovanili, ma preferisce inquadrarlo come una stortura del «processo migratorio: sono ragazzi che sono cresciuti soli perché i genitori erano all'estero a lavorare, arrivano qui già grandi in un contesto che non capiscono e con una lingua che non conoscono».

E non c'è solo il contesto che li accoglie a non sapergli dare una direzione, ma gli stessi parenti sono in difficoltà: «Padri e madri non riescono a esercitare sufficiente autorità - spiega Silva - perché portano dentro di sé il senso di colpa di non aver tenuto vicino i figli allevati da nonni o zii». E inoltre qui sono spesso impegnati in lavori con turni lunghissimi e quindi i ragazzi si trovano un'altra volta soli: anche per questo in molti decidono di frequentare la scuola a singhiozzo.

Da queste difficoltà parte un processo di dissociazione che porta i ragazzi a cercare una nuova realtà e una nuova identità. È qui che arrivano i gruppi o le gang: «Se ci fosse un adeguato sistema di centri in cui questi giovani potessero esprimere la propria creatività li potremmo togliere dal marciapiede: quelli che sono stati cacciati dal passaggio pedonale della metropolitana mentre si allenavano per il ballo sono un esempio di come i giovani si associno per progetti culturali visto che in molti casi si trattava di balli tradizionali"». Un'iniziativa che servirebbe alla stessa comunità sudamericana e non solo visto che i cittadini di alcune nazioni latine apprendono in Italia la cultura delle gang: «Vi faccio un esempio - precisa l'azzurro - in Perù i Latin King non esistono, al contrario dell'Ecuador dove sono molto forti, i nostri ragazzi li hanno scoperti più qui».

Quindi l'Italia è diventata anche la fucina di nuovi latinos che per tradizione dovrebbero essere più forti in Centro e Sud America, segno che la questione sudamericana forse non è stata affrontata per troppo tempo. Solo Ecuador e Perù, ad esempio, contano una comunità in Italia di quasi 200mila persone concentrata in gran parte a Milano.

Non a caso proprio a Milano nel Municipio 9 si era discusso dell'assegnazione di una piazza per le feste peruviane, ma le feroci critiche dei residenti italiani affiancati dall'allora consigliere Andrea Pellegrini della Lega Nord avevano bloccato il progetto. Una lotta di due comunità ancora troppo distanti.

MBon

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