Cronaca locale

«Giardini Montanelli a una fondazione»

La proposta di De Pasquale (Fi): «Quel parco non è una macchina da soldi»

Alberto Giannoni

Una fondazione «alla Central park» per i Giardini Montanelli. La festa degli ultrà ai Giardini di corso Venezia ha suscitato l'ennesimo battibecco fra il Comune di Milano e il ministero dell'Interno, ma dal caso - più che uno scaricabarile di Palazzo Marino sulle responsabilità - dovrebbe suscitare un ragionamento sulla gestione dei giardini, e sul loro futuro, magari con un modello «newyorkese». Ne è convinto il capogruppo di Forza Italia, Fabrizio De Pasquale, che osserva: «Si è parlato dei giardini in casi analoghi: la festa dell'Unità o altre simili, e adesso questa degli ultrà, ma il punto non sono le fedi calcistiche o le questioni di sicurezza, il punto è che quelli sono giardini storici del Settecento, disegnati dal Piermarini, e sono molto delicati. Il Comune ovviamente ha sbagliato, perché non doveva dare quel permesso, e ora dovrebbe aiutare a trovare per quell'evento una soluzione alternativa. Ma sono infinite le occasioni in cui ai giardini si montano e smontano tendoni e altre strutture, per giorni, prima e dopo gli eventi. A guardar bene, gli unici a cui non li hanno concessi sono gli alpini, chissà perché...». «Ma il problema - per De Pasquale - non deve essere visto dal punto di vista della sicurezza, ma della tutela di un luogo storico e del verde storico. Il problema è che il Comune concepisce i giardini come una macchina da soldi, che frutta parecchi milioni. Il valore del luogo, e il fatto che ci siano decine di volontari a curarlo, dovrebbe spingere invece a pensare a una soluzione diversa. Pensiamo a una gestione come quella adottata a New York, con una fondazione, un ente a cui certamente potrebbero partecipare famiglie e proprietà immobiliari attigue e interessate allo stato di salute del parco, senza contare gli enti culturali che lì sono ospitati e potrebbero essere valorizzati da una gestione simile.

Il Comune si sgraverebbe dei costi delle manutenzioni ordinarie, che sarebbero, come la gestione, in capo a alla fondazione che potrebbe beneficiare di atti di mecenatismo o concepire iniziative come gli alberi dedicati o le panchine, proprio come accade nel parco della Grande mela».

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