Grande moschea? Anche il quartiere smonta i sogni dei musulmani

Addio sogni di grandezza. Secondo il Consiglio di zona, la moschea di Lampugnano non dovrebbe essere il grande edificio religioso simbolico cui pensano i centri islamici, ma un piccolo luogo di culto destinato a integrarsi meglio col quartiere.

Arriva un po' a sorpresa il voto del parlamentino della zona 8 sull'area dell'ex Palasharp, una delle più a sinistra della città. E in un clima di scetticismo bipartisan boccia la linea di Palazzo Marino e il progetto presentato dal coordinamento dei centri islamici, che prevedeva cupola, minareto, spazi di preghiera e altri spazi pubblici, come una biblioteca e un hammam, oltre ad un auditorium, un ristorante e quattro aule per complessivi 120 posti.

La moschea sognata dal Caim avrebbe dovuto svilupparsi per 4mila metri quadrati, l'area messa a bando dal Comune, là dove sorgeva la tensostruttura, misura 5mila metri quadrati. Numeri molto diversi da quelli immaginati dal Consiglio di zona e sanciti da una delibera salutata da reazioni soddisfatte nel centrodestra come nel centrosinistra: «La superficie di un eventuale luogo di culto - spiega il verde Enrico Fedrighini - non potrà superare, per dimensioni, la superficie lorda pavimentata occupata dall'attuale tendone: 1.150 metri quadrati in tutto».

«Nell'area - spiega ancora - potrà eventualmente sorgere solo un piccolo luogo di culto, in linea con quanto avviene nelle moderne città europee (non grandi edifici che poi trasformano il volto di interi quartieri, ma piccoli centri diffusi)».

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