Cronaca locale

Foreste e boschi, Lombardia terza in Italia. Federlegno: materia prima da valorizzare per diminuire l'import

Presentato il "Rapporto sullo stato delle foreste 2018", in aumento la superficie verde e la certificazione del legno. Le strategie per una gestione sostenibile diffusa ed efficace con una logica di filiera di una risorsa ambientale ed economica

Foreste e boschi, Lombardia terza in Italia. Federlegno: materia prima da valorizzare per diminuire l'import

Il legno come materia prima ecosostenibile da valorizzare, boschi e foreste in montagna e pioppeti - in particolare - in pianura sono un patrimonio unico del nostro Paese e in particolare della Lombardia che è la terza regione italiana per superficie forestale con quasi 620mila ettari che ricoprono il 26% del territorio regionale (il 2% di quello nazionale) e hanno registrato un incremento di superficie del 2,1% negli ultimi dieci anni con Le aree forestali sono concentrate nelle province di Brescia (28%), Sondrio (20%), Bergamo (18%) e Como (10%). Un patrimonio importante dal punto di vista naturalistico ed economico attraverso una gestione di foreste e boschi sostenibile diffusa ed efficace perché la “materia prima legno” è strategica.

Temi, questi, al centro della presentazione del Rapporto sullo stato delle foreste in Lombardia 2018 da parte di Ersaf - Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste e Regione Lombardia nella sede di FederlegnoArredo a cui hanno partecipato Sebastiano Cerullo, direttore generale di FederlegnoArredo, Alessandro Fede Pello presidente di Ersaf con il dirigente Enrico Calvo, il presidente dell’Associazione Foreste Italiana Andrea Negri e l’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi Fabio Rolfi.

Il Rapporto numero 12 di Ersaf assume un’importanza particolare perché nel 2018 sia stato approvato il Testo Unico sulle Foreste e le filiere ed è stata raddoppiata la la superficie forestale certificata, grazie al lavoro dei Consorzi forestali della Valle Camonica che si affianca al continuo e progressivo ampliamento delle superfici forestali, al regolare utilizzo della legna dai boschi con destinazione al settore della legna da ardere e incremento delle professionalità impegnate nel lavoro nei boschi alla progressiva riduzione delle superfici trasformate che erano prima a bosco. Fotografia al centro di un dibattito sulle prospettive e sul futuro di questo patrimonio, troppo spesso soggetto all’abbandono - con gravi danni sul territorio - e sottoutilizzato dal punto di vista economiaco a differenza di quanto avviene in altri Paesi europei come ad esempio l’Austria o la Germania, grandi esportatori di legname.

"Il Rapporto conferma che dobbiamo continuare a promuovere una cultura del patrimonio forestale italiano e lombardo fondata sulla gestione e non sull'abbandono - ha detto Sebastiano Cerullo, direttore generale di FederlegnoArredo -. Su questi temi la nostra federazione è impegnata da tempo come ad esempio per quello che riguarda la coltura del del pioppo, materia prima essenziale per la filiera, a partire dall'industria dei pannelli e la sensibilizzare sull'approvazione urgente dei decreti attuativi del Testo Unico forestale per riattivare anche in Italia la vera ed unica miniera verde che abbiamo".

“Le superfici forestali stanno crescendo e noi dobbiamo aumentare l'utilizzo del legno perché dipendiamo ancora per l'80% dagli acquisti all’estero ed è importante proseguire sulla strada maestra della certificazione del prodotto. L’Italia si attesta ai primi posti fra i Paesi che importano legname, denotando quindi una scarsa valorizzazione delle realtà produttive nazionali di eccellenza. È fondamentale avviare una gestione forestale sostenibile diffusa ed efficace, che valorizzi i servizi eco-sistemici e incrementi la quota di legno italiano utilizzata dalle imprese, sostenendo le segherie impegnate nel valorizzare il legno locale. Questo in una logica di filiera che è anche la stessa su cui si sta muovendo la Regione Lombardia: lavorare per mettere assieme le aziende specializzate in modo che crescano come dimensione per poter competere meglio e lasciare poi che il privato specializzato investa”.

“L’auspicio è che la fotografia fornita da Ersaf sia da stimolo per mettere al centro il bosco italiano e le imprese di trasformazione del legno nazionale, accendendo un nuovo faro sul materiale principe dell’industria italiana dell’arredo - ha aggiunto Cerullo -. Solo con la piccola segheria non si va avanti, bisogna realizzare prodotti di valore aggiunto, fare entrare di più legno nelle città, nelle costruzioni e nelle ristrutturazioni edilizie perché tutto si inserisce anche nel discorso della cambiamento climatico. Una casa di legno è un è un accumulatore di CO2 e quindi ritengo sia un pezzo importante delle politiche da attuare nel prossimo futuro. La mappatura e la certificazione aiutano a capire che cosa fare, come agire e il lavoro dell’Ersaf è fondamentale”.

“Anche il fattore cambiamento climatico è da prendere in considerazione - ha sottolineato -. Ad esempio, secondo gli ultimi dati, si stima che fra trent'anni in Germania l'abete rosso scomparirà. Ricordiamoci che cambiando il clima cambiano anche le specie forestali. Questo ci deve far riflettere se lquelle presenti in Lombardia sono tutte utilizzabili".

"Questo rapporto conferma le tendenze osservate dal 2007 al 2018 - spiega Enrico Calvo - le foreste continuano a crescere con un incremento di 1.200 ettari l'anno. Dal Rapporto emergono quattro aspetti fondamentali. Il primo è la conferma della continua crescita della capacità delle imprese forestali a investire. Il secondo che sono raddoppiate le superfici certificate a livello lombardo: eravamo a 22mila ettari e nel 2018 la percentuale è raddoppiata, passando a 38mila ettari (6,3%). Il terzo è la tempesta Vaia dell'ottobre 2018è stato un campanello d’allarme per capire come dobbiamo gestire i nostri boschi e tutelare le superfici. Il quarto iil focus dedicato al Forum mondiale 2018 della Fao sulla rilevanza delle foreste urbane".

"Vogliamo che le foreste lombarde siano sempre più una risorsa ambientale ed economica. Per questo stiamo investendo nella filiera e nella certificazione del legno con risultati importanti visto che nel 2019 siamo passati da 38 mila a 71 mila ettari certificati, pari all'11,4% del totale in Lombardia. - ha sottolineato l’assessore regionale Fabio Rolfi -. Certificazione significa non solo interventi ecosostenibili, ma anche avere una materia prima utilizzabile dall'industria della trasformazione con un indotto economico importante e una diminuzione dei trasporti dall'estero.

La Lombardia deve poter sfruttare in maniera sostenibile questa straordinaria risorsa".

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