Mestieri richiesti dal mercato Partono i corsi di formazione

Ci sono mestieri per i quali esiste ancora una domanda di lavoro. Sono mestieri antichi che, in questo periodo difficile di crisi, tornano ad essere attuali. Il panificatore e il pasticciere, per esempio.
È nell'ottica di riscoprire queste figure «dell'arte bianca» e di dare ai giovani concrete opportunità di lavoro che il Comune ha avviato corsi di formazione destinati a 15 artigiani del pane e dei dolci oltre che a degli addetti alle vendite. L'iniziativa nasce grazie alla collaborazione tra l'Assessorato al Lavoro e Sviluppo economico e A.P.P.A., l'associazione di panificatori, pasticcieri e affini di Milano e Monza e Brianza e si aggiunge alle diverse scuole - dal cinema al teatro, dalla musica all'arte e all'informatica - già finanziate attraverso «Fondazione Milano».
I corsi, ha assicurato l'assessore Cristina Tajani, «rientrano in un programma più ampio di collaborazioni tra pubblico e privato per favorire la formazione di figure professionali carenti sul nostro territorio» e sono finalizzati a «rilanciare l'occupazione, garantendo opportunità di lavoro anche per soggetti deboli o in situazioni di disagio».
Le lezioni avranno durata variabile tra le 90 e le 200 ore e vi potranno accedere italiani e stranieri in possesso del permesso di soggiorno. Saranno strutturate con una parte teorica e una pratica, con degli stage durante i quali i partecipanti potranno sperimentare il lavoro sul campo, affiancati dai soci di A.P.P.A. Questi ultimi potranno anche decidere - ecco l'occasione di impiego - di assumere il loro tirocinante a tempo determinato o indeterminato. In ogni caso a tutti i partecipanti verrà rilasciato al termine del corso di formazione un attestato che li qualificherà come aiuto-panificatori, pasticcieri oppure addetti alla vendita.
Aiutare a proseguire il proprio percorso curricolare è invece l'obiettivo delle borse di studio assegnate dalla «Fondazione Prosperino Boldrini - Anna Mazzoni» agli allievi dall'Istituto Tecnico Tecnologico dei Salesiani di Milano. La Boldrini era una fabbrica di utensili, e in memoria di quell'industria che non c'è più Francesco Boldrini, oggi 70enne, ha deciso di istituire la fondazione. Che anche nel 2013, come accade da quattro anni, ha assegnato 24 borse del valore di 120mila euro complessivi, la metà delle quali è destinata agli studenti provenienti da Paesi extracomunitari. Un modo per aiutare le famiglie in difficoltà economiche a far proseguire il percorso di studi dei ragazzi che desiderano acquisire competenze nel settore della meccanica.
«Con queste borse da 5mila euro ciascuna gli studenti, per un intero anno scolastico, pagano tutto: dai libri alla mensa, compresi i viaggi d'istruzione.

E molti di loro, senza quella borsa, non potrebbero proseguire gli studi», spiega Don Renato Previtali, direttore dell'Istituto che oggi conta 140 studenti nell'indirizzo tecnico e 250 se si conta anche l'altro ramo «meccanico», quello professionale. «Al termine di ciascun anno scolastico - aggiunge Don Renato - noi comunichiamo alla Fondazione l'andamento degli studi di quegli studenti che hanno beneficiato della borsa».

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