Minaccia di farsi esplodere in commissariato: tunisino rimpatriato. Allontanato dall'Italia con divieto di rientro, il 29enne Haddaji Sallem è stato riaccompagnato in patria da quattro operatori di scorta internazionali che lo hanno condotto da Milano a Tunisi con scalo a Fiumicino, pochi giorni fa, a seguito di un'azione del Commissariato Garibaldi-Venezia e l'ufficio immigrazione della polizia.
L'uomo è arrivato nel 2011 a Lampedusa con un barcone. Da aprile dello stesso anno a oggi ha «collezionato» 21 precedenti di cui 5 arresti. Gli agenti lo hanno bloccato nella notte del 6 gennaio scorso a seguito dell'incendio di uno scooter in via Panfilo Castaldi che aveva coinvolto altri mezzi. Il tunisino aveva minacciato i poliziotti di andare in commissariato e farsi esplodere oppure di sparare a tutti con un fucile di precisione. L'uomo era noto nella zona come spacciatore di hashish e cocainomane violento.
L'intervento della polizia, che ha poi permesso il rimpatrio, è stato possibile anche grazie alla segnalazione di una residente della zona di Porta Venezia. Per allontanarlo è stato necessario prima revocare il permesso di soggiorno che aveva ottenuto sposando una sarda maggiore di età di 20 anni con precedenti per spaccio. Gli agenti hanno dovuto dimostrare la pericolosità dell'uomo con indagini approfondite.
Sbarcato a Lampedusa nel febbraio di sei anni fa, ad aprile ha aggredito un autista di mezzi pubblici; è stato arrestato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Passando per Trapani ha poi raggiunto Roma abitando anche a Nettuno. In quel periodo mentre lavorava come bagnino ha conosciuto la sua attuale moglie e con il matrimonio ha ottenuto il permesso di soggiorno. Dopo averla «conquistata» e ottenuto il documento, ha iniziato a tradire e a picchiare la moglie, a testimoniarlo è stata la stessa donna che lo ha denunciato per maltrattamenti.
Durante la sua permanenza a Roma ha rapinato un turista russo e la moglie a pochi passi dalla stazione Termini: la vittima ha ricevuto una prognosi di 30 giorni, il tunisino ha fatto un mese carcere e ha scontato il resto della pena ai domiciliari aggredendo piú volte le forze dell'ordine addette al suo controllo e facendosi arrestare per una rissa con 9 agenti feriti.
Terminati i domiciliari, dalla capitale si è spostato con la moglie a Livorno dove ha proseguito la sua attività di spaccio ed è stato denunciato per i numerosi alias emersi legati alla sua persona.A Milano è arrivato agli inizi di maggio del 2015, nei mesi successivi ha fatto trasferire in città la madre, la sorella, con precedenti di spaccio, e un cugino.
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