Moschea e Leonka la linea è il rinvio La giunta aspetta il generale agosto

Forse la campagna elettorale non è ancora iniziata - tutti si muovono dietro le quinte prima di uscire allo scoperto. Eppure, la giunta sembra già entrata in una sorta di «semestre bianco» in cui, per debolezza politica, non riesce più a decidere nulla. Nella partita del Leoncavallo si registra un nuovo rinvio, nonostante l'accordo stia molto a cuore a pezzi importanti della maggioranza (o forse proprio perché sta a cuore a pezzi importanti della maggioranza un po' «in disgrazia»). Ovviamente in questa palude incidono le fibrillazioni partite dal passo indietro del sindaco, Giuliano Pisapia, che a un anno dal voto - e alla vigilia dell'Expo - ha deciso di annunciare l'intenzione di non ricandidarsi. Fatto sta che l'impressione generale, ormai, è che tutti si siano rassegnati a rinviare, aspettare, soprassedere. Un po' per impotenza, un po' per calcolo. E il Leonka non è il solo rinvio.

Sulla moschea, per esempio, in zona 8 - quella direttamente coinvolta dal bando comunale, che aprirebbe la strada a Lampugnano per il centro islamico più grande e discusso di Milano - si formula apertamente un'ipotesi tutt'altro che inedita per spiegare ritardi e incertezze dell'amministrazione comunale, che ha perso un anno intero: si sta aspettando agosto, e la distrazione collettiva indotta dal clima delle ferie, per attenuare l'impatto del possibile esito della vicenda.

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