Cronaca locale

"Il nostro mondo devastato"

Il comitato dei concessionari: "Paghiamo per primi"

"Il nostro mondo devastato"

«Tutto il nostro mondo sarà devastato da questa emergenza». Paolo Gatti conosce lo sport milanese gli impianti sportivi cittadini come pochi altri. Non solo lo sport come evento, o spettacolo, ma come movimento, come ecosistema delicato e complesso di passione, professionalità e risorse materiali. Se ne occupa da 35 anni. Allora era preparatore di una squadra di rugby delle Fiamme oro, poi ha guidato il Progetto Giovani del Milan e fra mille altre cose ha fondato la società Lombardia Uno, guida la sezione milanese degli allenatori, insegna a Scienze motorie e adesso soprattutto è segretario generale del Ccsm, il comitato dei concessionari sportivi milanesi. Ne rappresenta 80 su 105. La metà degli impianti sportivi pubblici oggi sono gestiti da privati. «Dei pazzi - dice - che mettono soldi, tempo, tutta la vita insomma, per una cosa che non sarà mai loro. Questo sistema dal dopoguerra ha tenuto in piedi gli impianti, le chiese in cui si fa sport. Oggi è chiuso, devastato dall'emergenza». «Io gestisco 4 impianti. Abbiamo riaperto verso l'estate e a settembre siamo ripartiti come per magia. Ora ci hanno richiuso di nuovo: si è fatto davvero poco e male per lo sport. Nessuno - scandisce - ha mai sottovalutato l'emergenza sanitaria, anzi io ho avuto molta paura per vari motivi. Ma i luoghi dello sport erano più sicuri di altri; focolai veri e propri non ce ne sono stati eppure noi siamo quelli che pagano per primi. Noi aspettiamo non ristori ma rimborsi. Si deve distinguere non solo fra vari gestori ma anche fra i collaboratori sportivi. Sono stati dati indennizzi uguali a tutti, ma il direttore tecnico di una grande società è uguale al semi-volontario che fa tre ore a settimana? Qualcuno ha immaginato di entrare in questo mondo pensando ai voti. Adesso siamo stanchi, tanti stanno per chiudere e sarà un problema grosso, anche per sicurezza e manutenzione. A me hanno rubato un pallone pressostatico e ho subito un allagamento.

Il nostro mondo per come lo abbiamo conosciuto, e di cui tutti dicono di conoscere il valore, dovrà essere ripensato».

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