«Milano è il mio modello». Nella sua corsa (in salita) verso la segreteria del Pd, lo sfidante Andrea Orlando prova a sfilare Milano al favorito Matteo Renzi. Il ministro ha incontrato il sindaco, Beppe Sala, e ha messo il cappello, come si dice, sulla formula politica che oggi regge la città. Lo ha fatto a buon diritto, peraltro, visto che ormai non il capogruppo ma la maggioranza del gruppo comunale sta con lui e lo stesso primo cittadino si mostra sempre più freddo nei confronti dell'ex premier e segretario dimissionario.
Renzi - fin dalla candidatura a sindaco di Beppe Sala - ha sempre cercato di fare della città la sua roccaforte e il suo simbolo, come hanno dimostrato le continue visite a luoghi ed eventi rappresentativi dei mondi della moda e del design. Attrazione inevitabile quella di Renzi per Milano, capitale italiana dell'economia e dell'innovazione e città dell'Expo. In termini elettorali ha funzionato solo due volte. Prima è accaduto in occasione della vittoria di Sala, che ha salvato Renzi e il Pd da un mezzo disastro alle Comunali dello scorso anno, ma a costo di prenderne le distanze nel momento in cui si è reso conto dell'imminente crisi di consenso dell'ex «rottamator»e. Poi ha funzionato in parte il 4 dicembre, grazie al municipio 1 (il centro), quando Milano è stata una delle pochissime città in cui, al referendum costituzionale, ha vinto il «Sì» di Renzi.
Ma l'amore vero e proprio fra Renzi e Milano non è mai scoppiato e comunque già finito. E Orlando ieri è arrivato a sancire questa ennesima «crisi» che prelude alla definitiva resa del «Renzismo». «Ricostruire il Pd, Unire l'Italia. Andrea Orlando incontra Milano», il titolo dell'iniziativa di «corrente» ieri alla Fondazione Feltrinelli. Il «guardasigilli», arrivando a Milano ieri mattina, ha annunciato l'intenzione di vedere il sindaco per «spiegargli le sue ragioni». E l'incontro c'è stato. Il ministro ha raggiunto Sala nella sua abitazione. L'incontro sarebbe durato circa mezz'ora Orlando ha sottolineato l'importanza dell'esperienza di Milano per la costruzione del centrosinistra che ha in mente. E intanto, a Cesano Boscone, Sala ha chiarito che deciderà da che parte stare nel Pd solo dopo aver conosciuto i progetti dei diversi candidati, in particolare come intendono valorizzare in particolare come intendono valorizzare Milano e la città metropolitana.
Ad ascoltare Orlando, in prima fila, l'assessore Pierfrancesco Majorino, che da anni incarna a Milano l'ala sinistra del partito. Ma c'era anche Barbara Pollastrini: «Sostengo Andrea - ha spiegato - perché al centro della sua proposta ci sono due parole importanti: unità ed Europa». Fra i supporter del ministro anche Francesca Balzani, che del Pd è stata eurodeputata, prima di sbarcare a Milano come vicesindaco di Giuliano Pisapia, che in virtù della collaborazione in giunta l'ha poi lanciata come candidata a sindaco, prima che il progetto di successione finisse, appunto, alle primarie vinte da Sala, allora in odore di Renzismo.
Più sorprendente l'adesione alla candidatura Orlando di Daniele Nahum e deluso da Renzi.
L'incontro è stato aperto dal presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolè responsabile milanese della mozione. In sala invece tra gli altri, il capogruppo regionale Enrico Brambilla, il consigliere regionale ed ex segretario della Cgil, Onorio Rosati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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