Michelangelo Bonessa
Divisivo e discriminatorio. Maryam Ismail, antropologa e presidente dei musulmani laici, non usa mezzi termini sul piano annunciato dal Comune per le attrezzature religiose destinato a monopolizzare il dibattito sul Piano di governo del territorio. Il commento arriva a caldo, quando i consiglieri di opposizione ancora non ne sanno nulla al contrario della carta stampata.
Come giudica il progetto presentato da Palazzo Marino?
«Ritengo il sindaco Giuseppe Sala, come chi ha la delega per i rapporti con l'Islam e l'assessore Pierfrancesco Maran, discriminatori e divisivi in un momento in cui la comunità islamica non ha bisogno di veder riproposti in Europa gli scontri già in atto nei nostri paesi».
C'è tutta una parte di Islam milanese tagliata fuori secondo lei?
«Questo bando va contro una parte del mondo islamico che pure siede nel tavolo con la Prefettura dove di solito incontriamo la vicesindaco Anna Scavuzzo o la sua collega metropolitana Arianna Censi e contro il patto siglato con lo Stato: quello firmata con Minniti cos'è carta straccia?».
Il nuovo Piano di Governo del Territorio (Pgt) prevede la creazione di sei moschee, di cui quattro di fatto già esistenti, ma abusive. Vi sentiti esclusi da questi progetti?
«La parte esclusa continua a essere la nostra nonostante anche il Prefetto avesse garantito una parità di trattamento, qui invece si continua a seguire altri ragionamenti che non riguardano la fede religiosa».
Il riferimento sembra essere alle associazioni che hanno un legame con il Qatar e la Turchia, nazioni che investono molto anche sulle comunità all'estero. Nello specifico, quali sono le parti escluse secondo lei?
«A quanto leggo il Comune non ha sentito la realtà della comunità marocchina, quella somala e quella egiziana, non prendiamoci in giro: si stanno rivolgendo sempre alle stesse persone».
Pensa che questo Pgt potrebbe creare qualche problema alla comunità islamica?
«Se ad esempio la comunità sciita volesse pregare dove dovrebbe andare una volta realizzato il progetto esposto nel piano di governo del territorio?».
Il progetto di una grande moschea aperta a tutti pare tramontato del tutto, ma lei adesso come ha intenzione di affrontare questo problema?
«Andremo fino in fondo e con ogni mezzo: ci riserviamo ogni tipo di attività per contrastare questa decisione perchè vogliamo combattere per un Islam di pace e spiritualità e con rapporti sereni con le altre confessioni».
Avete intenzione di coinvolgere i vostri rappresentanti nella lotta contro il
Pgt?«Sentiremo le nostre ambasciate per sollevare il problema, se il Comune procede su questo percorso divisivo avviato sotto Pisapia e il patto con lo Stato non ha valore proveremo a farci difendere dai nostri governi».
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