Caos totale, altro che unità. Tatticismi esasperati, altro che partecipazione. Il centrosinistra milanese sembra in mezzo a un gioco di specchi. E nemmeno il critico più severo avrebbe potuto immaginare una quadro così confuso e imbarazzante per Pd e (soprattutto) alleati. Fra sette giorni parte ufficialmente il percorso delle primarie e a oggi il quadro è sempre più accidentato e oscuro. La posizione di Giuliano Pisapia, poi, non fa che complicarlo, dal momento che il sindaco non vuole correre per il bis ma è abbastanza forte per fare il «kingmaker»: può (provare a) far vincere chi gli piace, o comunque far perdere il candidato che non lo convince. Pisapia ieri ha parlato ancora di primarie. E ha ribadito, con una nettezza che sembrerebbe escludere qualsiasi ripensamento, che non intende ricandidarsi. Inoltre, parlando di «continuità» (anzi meglio di «prosecuzione») e di altri «dettagli», fra cui i «limiti di spesa» per le primarie e l'energia dei militanti, ha anche fatto intendere che non è convinto dalla candidatura del commissario Expo Giuseppe Sala, che invece è ancora in cima alle preferenze di Matteo Renzi, premier e segretario Pd. «Si parte il 7 dicembre - ha detto Pisapia - e ogni candidato deve fare un progetto, un programma e girare la città per far vedere quanto di bello abbiamo fatto in 5 anni». Non esattamente l'ideale per il manager, mentre la sua candidatura è stata confermata ieri anche da Maurizio Martina, ministro ma non renziano in senso stretto.Pisapia ieri era ospite di una due giorni di lavoro programmatico organizzata dai suoi «Comitati x Milano», cioè quel che resta del «popolo arancione» che ne ha sostenuto l'avventura elettorale nel 2011. In un teatro gestito da una cooperativa sociale, il sindaco si è fatto intervistare dal suo braccio destro, Paolo Limonta, e prima ancora di iniziare, ha voluto sgomberare il campo da ogni ipotesi: «Leggo cose impensabili - ha detto - Non c'è nessuna ipotesi di mia ricandidatura». Poi, quasi a sgomberare il campo da ogni possibile e malizioso retropensiero, ha fatto presente che, anche «se ci fosse un sindaco candidato al secondo mandato, dovrebbe fare le primarie». L'ennesimo no di Pisapia - ormai si contano a decine da quando ha annunciato l'intenzione di fermarsi - si è reso necessario per placare le ultime indiscrezioni, legate alla strana candidatura della sua numero due, Francesca Balzani. La vicesindaco sarebbe in corsa per raccogliere l'eredità del mondo di Pisapia e dei suoi comitati. Certo il cuore degli arancioni oggi batte per Balzani, la soluzione più vicina a Pisapia. Ma intanto l'assessore Pierfrancesco Majorino non sembra essere interessato a un ticket. Ha tutta l'aria di voler andare avanti. E rivendica la sua legittima ambizione di rappresentare lui la continuità del lavoro iniziato nel 2011. Alcuni maliziosi osservatori ipotizzano dunque che quella di Balzani possa essere una manovra per far cadere la scelta sull'unico che riesce a tenere insieme tutti cioè Pisapia.
Per fortuna si saprà presto, dal momento che mercoledì in agenda c'è un incontro che potrebbe essere decisivo, quello fra Pisapia e Renzi, che in qualche modo devono andare d'accordo, se non altro per consentire delle primarie che nono devono essere un «rodeo» (come temono nel Pd). Ma, per Pisapia, oggi sono ufficialmente l'unica certezza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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